Era già passato quasi un mese e l'evento di presentazione si avvicinava. Sol aveva convinto suo padre a celebrare la festa di presentazione sia per lei che per la sua sorellastra, dato che c'erano solo pochi mesi di differenza. Sol gli aveva fatto capire quanto fosse complicato organizzare una festa, figuriamoci due e con così poco tempo tra l'una e l'altra.
Sebastián era un po' titubante, poiché desiderava il meglio per sua figlia, ma non aveva la pazienza di passare due volte per lo stesso procedimento e tanto meno per una figlia che non era sua.
Sol sapeva che, anche se aveva solo 16 anni e in un'altra epoca questa era appena l'adolescenza, al giorno d'oggi venivi già considerata una donna. Pertanto, si vestiva di conseguenza.
La sua sarta era la più felice, poiché si era aggiudicata un negozio tutto suo nella zona più rinomata della piccola città, e il fatto che Sol indossasse quei vestiti e uscisse in compagnia di suo padre senza che lui obiettasse, aveva fatto sì che alcune giovani copiassero il suo stile.
Certo, non tutte avevano il coraggio di indossare quel tipo di vestiti che, sebbene fossero bellissimi, il fatto di mostrare una parte delle "gambe" era malvisto, ma erano decisamente più comodi.
D'altro canto, nel suo allenamento con le spade stava andando molto bene, non si stancava più così tanto, così utilizzava quella energia in più per allenarsi. Aspettava le provocazioni della sua cosiddetta sorellastra per darle la lezione della sua vita e allora sì che avrebbe avuto motivo di lamentarsi.
Nel frattempo, dal duca
Il duca era stato convocato al palazzo per ordine del re e non conosceva il motivo della convocazione, ma doveva presentarsi. Sperava solo che non fosse l'inizio di un'altra guerra.
Così il duca preparò il suo cavallo e partì con i suoi uomini verso il regno. Al duca non piaceva usare le carrozze, forse era inopportuno presentarsi in quel modo, ma trovare a cavallo era più veloce e meno scomodo.
Dopo circa 40 minuti finalmente arrivò, affidando il suo cavallo alle cure dei suoi uomini che si allontanarono per attendere, mentre uno lo accompagnava a piedi.
Giunto a destinazione, percorse un lungo corridoio senza entrare nel palazzo fino a giungere a una porta che dava accesso all'ufficio del re.
Duca: informate Sua Maestà della mia presenza, è lui che mi ha fatto chiamare.
L'uomo fece l'annuncio e il re gli concesse l'accesso.
Il duca entrò e si accomodò su una sedia presso la scrivania del re. Tutto ciò era insolito per il duca, poiché le udienze di solito si tenevano nella grande sala del palazzo e non nell'ufficio del re.
Sebastián: buon pomeriggio re Federico, a quale onore devo la convocazione?
Federico: benvenuto, Sebastián, tranquillo, prenditi un momento, desideri qualcosa da bere?
Sebastián: un tequila andrà bene.
Federico: Tequila?
Sebastián: scusa, me l'ho trovata appiccicata addosso dopo la guerra, vino andrà benissimo.
Federico ordinò vino e due bicchieri, quello che doveva discutere con Sebastián meritava un brindisi.
Federico: allora Sebastián, il motivo della mia chiamata è per richiedere una promessa di matrimonio con tua figlia.
Sebastián: cosa!! Sei impazzito, tu sei troppo vecchio per mia figlia.
Gridò eccitato Sebastián, immaginandosi sua figlia al fianco di quel vecchio decrepito.
Federico: no, no, la promessa è tra il mio figlio, il principe ereditario, e tua figlia.
Sebastián sospirò, ma comunque non gli piaceva l'idea; sua figlia avrebbe compiuto 16 anni a breve, non avrebbe mai fatto sposare una bambina e meno che meno sua figlia, soprattutto perché il principe era più grande e aveva fama di dongiovanni.
Sebastián: è un onore, re, che tu prenda in considerazione mia figlia, ma è troppo giovane per un impegno del genere.
Federico: ma so che sta per compiere 16 anni.
Sebastián: mi spiace, ma anche così, per me è ancora molto giovane. Tuttavia, le propongo qualcosa: se mia figlia si interessa a lui il giorno della sua festa, allora accetterò la promessa, anche se si sposeranno solo quando mia figlia avrà almeno 18 anni.
Al re non piaceva molto il rifiuto del duca, ma aveva fiducia che il figlio avrebbe conquistato la ragazza; del resto, nessuno resisteva all'idea di diventare la principessa ereditiera e quella ragazza non sarebbe stata l'eccezione. Era un impegno che avrebbe giovato a entrambi e che non potevano permettersi di perdere. Con questo pensiero in mente, il re accettò.
Federico: va bene Sebastián, se a tua figlia piace mio figlio, accetterai l'impegno, ma non devi persuaderla tu, deve essere lei a decidere.
Sebastián: così sarà, ora mi ritiro.
Il duca era arrabbiato; come osava quel re interessarsi alla sua bambina, come era pos Narratore: Nel palazzo del duca.
Sandra: che hai, sciocchina?
Sol era nella sua stanza, guardando fuori dalla finestra quando vide suo padre arrivare al galoppo. Un'idea le balenò rapidamente nella testa e scese di corsa dove si trovava la sorellastra.
Questa era nel soggiorno a prendere il tè mentre chiacchierava con sua madre.
Vedendo Sol scendere le scale di corsa verso di lei, a Sandra venne la brillante idea di rovesciare addosso a lei il tè fingendo fosse un incidente. Il tè era ancora caldo, ma Sandra glielo rovesciò addosso comunque.
Sandra: che hai, sciocchina?
Sol emise un urlo acuto che fu udito dal duca, il quale era appena arrivato. Questi scese di fretta dal suo cavallo e sguainò la spada. Corse verso la fonte dell'urlo, trovandosi di fronte a Sol per terra con il petto bagnato a causa del tipo di vestito che indossava e rosso per la scottatura del tè, oltre a una tazza vuota nella mano di Sandra.
Sandra: mi... mi scusi, è... è stato un incidente, lei stava cor... correndo.
A Sandra non uscivano le parole, soprattutto sentendo la lama affilata della spada del duca sul suo collo.
La duchessa si precipitò ad aiutare Sol a sollevarsi, sapendo che difendere sua figlia non avrebbe placato l'ira del duca, inoltre dovevano far credere che fosse stato un incidente.
Maricela: ragazza, non dovevi correre, guarda adesso, duca chiami un dottore per metterle qualcosa sulla scottatura.
Sebastián ripose la spada e ordinò che venisse chiamato un medico per curare sua figlia, ma che gli spiegassero cosa fosse successo affinché portasse l'occorrente. Sandra cadde a terra non appena il duca allontanò la spada; per un pelo non la colpiva. Il duca si chinò e prese in braccio Sol per portarla nella sua stanza.
Sol appoggiò il viso al collo del duca e regalò un sorriso a Sandra, che ancora giaceva a terra.
Sol sapeva che non era difficile farle cadere, erano donne così prevedibili, anche se non avrebbe mai immaginato che quella str**za osasse rovesciarle addosso il tè caldo. Le aveva fatto male, certo che sì, ma ne era valsa la pena.
Per di più aveva da poco scoperto di avere il potere di guarigione di suo padre, quindi non le sarebbe rimasta alcuna cicatrice e ora che ci pensava, non sapeva cos'era quel qualcosa che sua madre le aveva trasmesso prima di morire.
Finalmente mi è tornata la connessione Internet, quindi ne approfitto per caricare un capitolo nel caso domani abbia lo stesso problema. Devo segnalare perché il mio Internet è instabile.
Saluti e spero che vi stia piacendo 🫰
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