Ep.12

Non appena arriva a casa, fa il bagno ai bambini e poi si siedono a cena. Dopo, guardano un po' di TV mentre lei sistema la cucina. Dopo aver riordinato tutto, li porta di sopra. Si lavano i denti, li mette a letto, poi va in camera sua, fa una doccia, infila il pigiama e va al guardaroba per cercare dei documenti scolastici.

Kilam rimane in ufficio fino a tarda notte e se ne va quando nell'edificio sono rimasti solo le guardie di sicurezza. Si dirige al parcheggio, sale in macchina e si ferma a un ristorante fast-food. Fa un ordine da asporto, lo ritira appena pronto e guida fino alla sua enorme casa. In cucina consuma il suo pasto, poi si dirige in camera da letto per prendere solo un paio di pantaloni della tuta neri. Si spoglia, rivelando il suo corpo muscoloso prima di entrare nella doccia calda. Dopo la doccia, si rilassa in salotto a guardare la TV, ma la sua mente continua a vagare su Arya.

"È una donna straordinaria. Chiunque altro avrebbe ceduto subito, non appena l'ho bloccata contro la porta, ma non lei. Mi ha rimproverato ed è uscita furiosa, costringendomi a scusarmi".

Si sposta al minibar del soggiorno e si versa un bicchiere di whisky. Dopo aver spento la TV, mette su un po' di musica, si sdraia sul divano e trascorre qualche minuto a fissare il soffitto, contemplando la sua attraente assistente personale. Nel frattempo, Arya, dopo aver cercato i documenti, si sdraia ma è tutt'altro che addormentata. Chiude gli occhi e sente un corpicino rannicchiarsi accanto a lei.

"Mamma, ho fatto un brutto sogno", sussurra la piccola Mia, con la voce tinta di lacrime.

"Ecco, amore mio, la mamma è qui", la conforta Arya, cullando la bambina tra le sue braccia.

"Mamma, voglio davvero vedere papà. I miei amici a scuola hanno detto che papà se n'è andato perché non ha mai amato me e Kai", dice la bambina, con voce triste e malinconica.

"Non è vero, principessa. La verità è che tuo padre non ha ancora potuto vedervi, ma non appena saprà di avere due bellissimi bambini, arriverà di corsa e sarà felicissimo di conoscervi", risponde Arya, con gli occhi lucidi e la voce rotta dalle lacrime che cerca di trattenere.

"Nel mio incubo, papà ha urlato e ha picchiato me e Kai. Ti abbiamo chiamato, ma tu non sei venuta. Poi ci ha rinchiusi in una stanza buia piena di scarafaggi e ha detto che non ci amava, ecco perché se n'è andato, e poi mi sono svegliata", la voce assonnata della bambina fa più male del solito al cuore della madre.

Quando Mia si addormenta, Arya lascia cadere le lacrime che aveva trattenuto. Non ha una spiegazione migliore per una bambina di sei anni, come potrebbe spiegare che nemmeno lei sa chi sia il loro padre. Arya si sente completamente impotente e infelice, in colpa per aver sottoposto gli esseri più preziosi della sua vita a tale umiliazione e tristezza. È solo colpa sua, del suo egoismo per averli voluti senza considerare le conseguenze per questi bambini innocenti che non hanno chiesto di venire al mondo.

Si alza con cautela, per non svegliare Mia, e si dirige verso il balcone della sua stanza per prendere una boccata d'aria fresca e mettere in ordine pensieri ed emozioni. Seduta sulla poltrona, ammira il cielo fino a quando un'auto sconosciuta non parcheggia davanti a casa sua e rimane ferma a lungo, ma nessuno scende. Poi decide di rientrare per cercare di dormire visto che la sua giornata di domani sarà impegnativa; ha diverse riunioni a cui partecipare per conto di Kilam visto che lui sarà ad altre più importanti.

Incapace di dormire, Kilam si alza, indossa una maglietta e va in garage. Sceglie a caso un'auto dalla sua collezione e se ne va senza meta. Prima che se ne accorga, si ritrova parcheggiato davanti a casa di Arya, dove lei è seduta sul balcone, l'unica luce accesa.

"Mio Dio! Che ci faccio qui? Dovrei chiamare Lisa; è la mia fidanzata, ed è da lei che dovrei essere, non qui", borbotta tra sé e sé, eppure rimane immobile, incapace di staccare gli occhi dalla donna che ammira il cielo notturno. Dopo un po', lei rientra, ma lui si attarda. Qualche minuto dopo, con molta riluttanza, chiama la sua fidanzata, dicendole di raggiungerlo a casa sua. Dopo aver riattaccato, mette in moto la macchina e torna a casa. Al suo arrivo, trova Lisa che lo aspetta fuori. Entrano, ma Kilam rimane in silenzio.

"Davvero, amore? Mi fai venire qui e non dici niente? Pensavo che ti fossi perso di me, ma mi trascini fuori dal letto alle due del mattino per questo silenzio", si lamenta la donna.

"Se non vuoi restare, allora vai via! Ad essere sincero, mi pento già di averti chiamato. Vado in camera mia. A quanto pare sono stanco, e domani ho una giornata impegnativa. Resta se vuoi, vai se preferisci, fai quello che ritieni più opportuno, ma non disturbarmi", dice e se ne va, lasciandola sola in soggiorno.

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