Ep.19

Dopo che Bianca uscì dal bagno, Otavio la accompagnò al piano di sotto per colazione, dove Ellen era già seduta a gustarsi il suo pasto. Offrì loro un caloroso sorriso al loro arrivo.

"Buongiorno, miei cari."

"Buongiorno."

"Buongiorno, Ellen."

"Bianca, dimenticavo di dirtelo, oggi abbiamo un appuntamento con il medico del consiglio per il test per verificare che abbiamo avuto rapporti intimi", disse Otavio.

"Cosa? Ma... Otavio, sei impazzito? Noi non abbiamo..."

"Stai calma, Bianca, è tutto a posto. Dovrai solo entrare nella stanza per pochi secondi e il medico non ti toccherà. Aspetterò fuori con alcuni uomini del consiglio come testimoni. Quando esci, non dire una parola a meno che non te lo chieda io, va bene?"

Bianca - Sì...

Ellen - È così umiliante quello che noi donne dobbiamo sopportare in questo mondo.

"Nemmeno io sono favorevole, madre, ma devo rispettare le regole e seguirle. Dopo, Bianca, potrei portarti a trovare tua madre, se ti va."

Sentendo queste parole, il viso di Bianca si illuminò di un sorriso tenero e radioso.

"Oh, mi piacerebbe molto! Non vedo l'ora di andarci."

"Cercherò di far rilasciare tua madre, poi starà a lei decidere se tornare a casa sua o venire a vivere qui con noi".

"Dici sul serio, Otavio? Io... Io non so cosa dire, grazie, grazie mille."

Bianca fu felicissima del gesto di Otavio e il cuore di Ellen si riempì di gioia per la trasformazione del figlio.

Finirono la colazione e si diressero alla clinica del consiglio, con Bianca che si sentiva estremamente a disagio per tutta la faccenda. Eppure, né lei né Otavio potevano farci molto: tali erano le tradizioni profondamente radicate e assolute della mafia.

Arrivati alla clinica, Otavio salutò i membri del consiglio che la aspettavano e Bianca fu accompagnata da un'infermiera in una stanza. Il medico presente si limitò a lanciare un'occhiata a Bianca, le disse di sedersi e di aspettare un po' prima di andarsene; per Bianca ogni minuto sembrò un'eternità. Venti minuti dopo, fu riaccompagnata da Otavio, che si informò del suo stato di salute.

Il medico uscì, referto alla mano, affermando a tutti i presenti che Bianca aveva perso da poco la verginità. Bianca arrossì profondamente, imbarazzata dalla situazione.

Mentre uscivano, Otavio la abbracciò e si scusò per quello che aveva dovuto subire, lasciando Bianca toccata dalla sua tenera premura.

Mentre si dirigevano al quartier generale, dove si trovava la madre di Bianca, l'autista di Otavio notò che erano seguiti e lo comunicò a Otavio, che chiamò immediatamente John per chiedere rinforzi, dato che erano scortati solo da due macchine di sicurezza e gli inseguitori erano cinque.

Dopo aver riattaccato, ordinò all'autista di accelerare e, nel tentativo di seminare gli inseguitori, imboccò un'autostrada. Otavio e i suoi uomini recuperarono delle armi nascoste sotto il pianale della macchina.

Bianca era terrorizzata dall'escalation della situazione, non avendo mai vissuto nulla di simile nonostante fosse cresciuta in un ambiente del genere. Otavio la rassicurò, dicendole di rimanere in macchina qualunque cosa accadesse, le allacciò un giubbotto protettivo e le strinse bene la cintura di sicurezza.

Iniziò così un inseguimento forsennato, una furiosa mischia a colpi di arma da fuoco e un vero e proprio bagno di sangue. Le macchine di Otavio furono abbattute, mentre tre delle cinque macchine nemiche furono eliminate, lasciando solo il veicolo di Otavio e due inseguitori.

Le auto nemiche cercarono di superare quella di Otavio, con proiettili che volavano in tutte le direzioni. Fortunatamente, l'auto era blindata.

Tuttavia, una delle auto nemiche riuscì ad affiancare quella di Otavio, con lo pneumatico posteriore dotato di uno spuntone di ferro affilato, costringendo il veicolo di Otavio a perdere completamente il controllo, ribaltandosi più volte prima di precipitare giù per un ripido pendio densamente boschivo.

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