Il cielo si incendiava.
Non di tramonto, ma di guerra.
Le legioni angeliche scendevano come una pioggia di stelle, mentre dell'abisso si levavano colonne di fiamme, come mani pronte ad afferrare la luce e stritolarla.
In mezzo a quella tempesta, due eserciti correvano uno verso l'altro.
La Terra tremava, gli echi dei canti sacri si confondevano con le urla dei demoni.
Aria guidava la prima linea, la spada lucente in pugno.
I suoi occhi azzurri riflettevano la furia delle fiamme, ma la sua voce rimaneva calma.
-Nessuna paura. Nessuna vendetta. Solo la fede.-
Le sue ali bianche si aprirono, ampie come il giorno, e la luce investì il campo.
Dall'altra parte, Damian avanzava con passo sicuro, l'ascia appoggiata sulla spalla.
-Eccoci di nuovo, luce e purezza...- sussurrò, sorridendo tra le fiamme. -Vediamo se splendi ancora dopo che ti avrò spenta.-
Quando le due armate si scontrarono, il mondo esplose in un boato di potenza.
Le loro armi si incrociarono come due destini che si rifiutavano di separarsi.
La spada angelica di Aria fendette l'aria con una scia di luce pura; l'ascia di Damian la fermò, sprigionando un'ondata di scintille.
Gli occhi di lei e quelli di lui si incontrarono per la prima volta: azzurro contro rosso, purezza contro passione.
Per un istante, entrambi tacquero.
-Un demone che sorride in battaglia?- disse Aria, con voce ferma, -dev'essere un pazzo.-
-O solo uno che ha capito che il dolore è sopravvalutato,- rispose Damian, roteando l'ascia con eleganza. -E tu, piumetta? Non sei un po' troppo dolce per tagliare gole e mozzare teste?-
Aria serra la mascella, ma un lampo ironico le attraversò lo sguardo.
-Non confondere la pietà con la debolezza.-
Scattò in avanti, e la sua arma descrisse un arco perfetto di luce. Damian parò, ma il colpo lo fece arretrare in qualche passo.
Si asciugò il sangue dal labbro, ridendo.
-Oh, mi piaci già. Finalmente qualcuno che sa colpire con stile. Erano secoli che non trovavo nessuno così.-
Il duello proseguì tra esplosioni e bagliori, mentre attorno a loro angeli e demoni cadevano come stelle.
Aria cercava un modo per parlargli, per capire. C'era qualcosa diverso in quel demone (qualcosa che non somigliava alla malvagità che le avevano descritto).
Damian, invece, si sentiva stranamente incuriosito da quella voce ferma che non urlava odio.
Quando infine le forze si esaurirono, si trovarono entrambi a distanza di pochi metri, respirando affannosamente.
Aria abbassò la spada, per un attimo.
-Questa guerra non deve continuare, deve finire- disse, quasi sottovoce.
Damian la fissò, inclinando il capo.
-Lo dici come se dipendesse da noi, ma non è così.-
-Forse dipende anche da te.-
Per un attimo, nel mezzo del caos, si fece silenzio.
Poi le trombe celesti richiamarono le truppe, e le fiamme dell'Inferno si ritirarono come un'onda.
Aria rimase a guardarlo sparire tra il fumo.
Damian, prima xi svanire del tutto, le rivolse un ultimo sguardo e un sorriso obliquo.
-A presto, piumetta. Prometto npdi non bruciarti troppo.-
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