Episodio 4 – Urla la tua volontà
ATTO I – Gita scolastica
Il pullman sfreccia lungo strade bordate di ciliegi. Le voci si confondono tra risate, gomme masticate e playlist che nessuno ascolta davvero.
Homura siede accanto al finestrino. Ha le mani chiuse a pugno. Ogni curva le irrigidisce le spalle.
Daki legge qualcosa. Finge disinteresse, ma i suoi occhi si alzano ogni tanto verso Gon, seduto due file più avanti.
Hermit guarda fuori, assente, come se cercasse un punto preciso all’orizzonte.
Sherria sistema e risistema la borsa sul grembo. Lì dentro ha un contenitore avvolto in un fazzoletto bianco.
Nessuna di loro parla con le altre.
SCENA: IL PARCO
Arrivati al parco, il gruppo si disperde tra prati, ponticelli e sentieri profumati di muschio. Gli insegnanti si distraggono. I compagni trovano angoli ombrosi o campi in cui lanciare frisbee.
Al centro del parco, si erge un albero massiccio, dalla chioma larga e luminosa. Un cartello inciso dice:
“Albero delle Unioni – ascolta i silenzi più di quanto ascolti le parole.”
Sherria guarda quell’albero più a lungo del necessario. Si siede all’ombra. Poco dopo, arriva Kurapika, inaspettato. O forse atteso.
Lei abbassa lo sguardo, lui resta in piedi. Non si parlano. Ma restano lì.
Altrove, Gon sorride a Daki e le porge un panino. Lei lo accetta con un sorriso timido, il primo da settimane.
Leorio, forse per scherzo, chiama Hermit. Le tende una bottiglia d’acqua. Lei non risponde, ma si siede comunque vicino.
Killua si avvicina a Homura con una lattina e uno sguardo annoiato. Le porge il braccio, ma lei si alza prima che possa sedersi.
La giornata scorre. Calda, troppo silenziosa.
ATTO II – Il cuore vibra
Il pranzo inizia. Quattro ragazze, quattro angoli diversi del parco.
Una pensa. Una ascolta. Una osserva. Una resiste.
Poi — qualcosa stona.
Il cielo non cambia. L’aria non si raffredda. Ma c’è qualcosa che non va.
Un battito sbagliato. Un ramo che si spezza senza che nessuno lo tocchi. Un corvo che vola via troppo in fretta.
E infine — il rumore.
SCENA: L’ATTACCO
Un tonfo, come un sacco lanciato a terra. Poi un altro.
Non sono persone. Non sono animali. Non sono niente che dovrebbe esistere qui.
Quattro creature spuntano dal terreno stesso. O forse da sotto, o forse da qualche piega dimenticata della realtà.
I loro corpi sono composti di ossa, terra compressa e volti senza forma. Camminano male, come se il mondo li rifiutasse.
Gli altri studenti non li vedono. O non li vogliono vedere. Un riflesso mentale, un rifiuto della coscienza.
Ma le quattro ragazze sì. Loro li sentono.
Sherria: «Cosa... sono...?»
Daki: «Non si fermano…»
Homura: (stringe i denti, il cristallo pulsa)
Hermit: (silenziosa, si tocca il petto)
Tentano di reagire. Ma i poteri sono deboli. I cristalli si attivano ma non rispondono.
Voce interiore (di ciascuna):
“Perché non funziona?”
“Perché non riesco a... muovermi?”
“Perché ora?”
ATTO III – La strega del sentiero
Mentre una delle creature salta verso Sherria — una luce d’argento attraversa l’aria.
Un bastone. Vecchio, scolpito, nodoso.
La creatura viene sbalzata via. Le altre tre si bloccano.
Da un sentiero laterale, compare una donna anziana. Una figura curva, incappucciata, vestita di lana e lino.
Gli occhi le brillano di un verde che non è di questo mondo.
Solleva un dito, senza parlare. Le creature sembrano vacillare.
Poi, senza alcun gesto apparente — si dissolvono. Come polvere.
Le ragazze sono immobili.
L’anziana si avvicina. Una per una, le guarda negli occhi.
A Hermit sorride lievemente. A Homura fa un cenno lento, quasi paterno. A Daki, posa una mano leggera sulla spalla.
A Sherria — resta un momento in più.
Poi, senza dire nulla, si volta. E scompare tra gli alberi.
Non svanisce. Cammina. Ma nessuno la segue.
ATTO IV – Quattro respiri
Restano sole. I ragazzi non si sono accorti di nulla. I docenti parlano del rientro.
Homura: «Chi era quella?»
Hermit: «...Una strega.»
Daki: «Come noi?»
Sherria: (sussurra) «Più vecchia. Più forte.»
Non aggiungono altro. Ma qualcosa è cambiato.
L’aria pesa meno. Il cuore, un po’ di più.
SCENA FINALE – TRAMONTO
Il pullman riparte. I ciliegi sono in ombra, ora.
Le quattro ragazze non si parlano. Ma siedono vicine. Per la prima volta.
SCENA EXTRA – TEMPIO LUNARE
Lady Darkness accarezza una sfera opaca.
“Qualcuno si intromette. Una sopravvissuta.”
“Ma poco importa. I loro cuori tremano ancora. E se tremano... possono essere spezzati.”
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