Ep4

Arrivati al dormitorio di Daito invece di mettersi subito a studiare si misero a giocare ai videogiochi, ormai si era fatta sera e I suoi amici tornarono ognuno nel proprio dormitorio, e come tutte le volte lasciarono la stanza senza aver toccato libro.

Una volta che Daito fu rimasto solo si fece una bella doccia lunga che gli permise di schiarirsi le idee su Kimura, anche se aveva deciso di dimenticarlo la questione si era resa più difficile di quanto pensava. Proprio nell'istante in cui uscì dal bagno sentì bussare alla porta, di fretta prese un asciugamano e se lo mise intorno alla vita e aprì la porta.

Davanti a lui c'era Kimura che rimanendo sorpreso dal abbigliamento in cui lo sorprese Daito, i suoi occhi parlavano per lui e Daito capì dal modo in cui lo guardava cosa intendesse fare."Se sei qui per fare cose puoi anche andartene"disse Daito.

" Daito ascoltami...mi dispiace per l'altra sera, possiamo ricominciare da capo? Per favore non so Perché ho detto quello cose" Daito era arrabbiato e non voleva avere niente che fare con lui, però nella sua voce sentiva delle parole sincere e pentite, dovevano assolutamente parlare chiarire la situazione così lo fece entrare in camera sua.

Daito non si preoccupò di vestirsi e rimase così com'era." Vorrei ricominciare da capo con te e avrei una proposta da farti, e in qualsiasi caso ne trarremmo entrambi dei benefici" disse Kimura.

"E cosa sarebbe questa proposta sentiamo."

" Pensavo che visto che l'abbiamo già fatto, potremmo diventare compagni di sesso, abbiamo solo da guadagnare" esordì Kimura . Daito un po' perplesso dalla sua proposta disse semplicemente:" d'accordo mi va bene ma non andremo oltre al sesso, questa è la mia condizione, prendere o lasciare ". Detto questo Kimura non aspettò altro e prese Daito per la vita lo trascinò verso di sé e l'attirò in un lungo bacio appassionato che Daito ricambio senza esitazione.

mentre Kimura lo baciava le sue mani calde lo avvolgeva e vagavano per il suo corpo fino a raggiungere l'asciugamano, a quel punto si staccò dal bacio e con un sorriso compiaciuto iniziò a baciarli il petto e pian piano scendeva sempre più giù, ma Daito lì tirò su la testa e gli disse: " Non voglio che vieni in questo modo voglio che vieni dentro di me ".

Kimura lo guardò negli occhi, sorpreso ma anche colpito dalla franchezza di Daito. Per un attimo rimase immobile, come se volesse essere sicuro di aver capito bene.

«Sei sicuro?» chiese a bassa voce, con un tono più morbido, quasi vulnerabile.

Daito annuì lentamente, lo sguardo fisso su di lui. «Non voglio mezze misure. O adesso, o niente.»

Kimura non disse altro. Si avvicinò di nuovo, ma questa volta con più lentezza, più consapevolezza. Il suo bacio non fu impaziente come prima, ma intenso, carico di tensione trattenuta. Le sue mani ritrovarono il corpo di Daito, come se stesse cercando di memorizzarlo.

La stanza, illuminata solo da una piccola luce sulla scrivania, sembrava sospesa nel tempo. Fuori, il campus taceva, avvolto nel silenzio della sera.

Kimura guidò Daito verso il letto, senza smettere di guardarlo. Non c’erano più parole, solo respiri profondi, mani che cercavano, pelle contro pelle. Quando lo toccava, lo faceva con rispetto ma senza esitazioni — come chi conosce il corpo dell’altro, ma ha deciso di ricominciare da capo, imparando ogni volta da zero.

Daito si lasciò andare, affidandosi a quel momento. Non voleva pensare a ciò che significava, a cosa sarebbe successo domani. Per una volta, voleva solo sentire.

Quando infine si unì a lui, fu come se ogni incertezza si fosse sciolta. Nessuno dei due parlò, ma tutto fu detto in quegli sguardi, in quei movimenti lenti e profondi. Era un patto non dichiarato, un confine tracciato con la carne.

E quando, più tardi, Daito rimase sdraiato con il respiro ancora affannato e Kimura accanto a lui, nessuno disse una parola. Non ce n’era bisogno.

Ma dentro Daito, una voce sottile — quella che cercava di proteggerlo — sussurrava: non confondere il piacere con l’amore.

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