Universo 13: La festa

Universo 13: La festa

*Ok,ok tranquillo!!!"disse menttendosi la calda felpa che emanava l'odore di Ismail,e doveva ammettere che aveva un buon odore!!! 

Chiara si andò a sedere su una sedia mentre Ismail andò a sbattere contro Aisha (Tara Emad)... 

"Oh!!!Ciao Ismail!!!Lo sapevo che saresti venuto!!!" 

"Tsk.." 

"CHe ne dici di fare un salto in camera mia?" 

"Non ci penso proprio..." 

"Ma dai,non dirmi che non ti interesso?" 

"Solo fisicamente,di carattere fai schifo!!!"disse lui con tono scorbutico 

Però ripensandoci Aisha non è per niente brutta,solo che è troppo uguale a quella ragazzina!!!No,non mi ci metterò mai!!!Non ne conosco il motivo ma non mi ci vogli mettere,ne con lei ne con qualsiasi altra ragazza della terra,o magari con,ma no a cosa diavolo vado a pensare!!! 

Ismail venne destato dai suoi pensieri da Aisha,che lo baciò in bocca... 

Chiara vide tutta la scena da lontano e si sentì il fuoco ardere dentro!!!Le lacrime e salirono agli occhi e in men che non si dica se ne andò dalla festa...quella Aisha,nemmeno la conosceva e già l'odiava!!!Aveva baciato Ismail,il SUO Ismail!!!E' già,aveva proprio pensato "IL SUO ISMAIL",perchè ormai era inutile nasconderlo a se stessa,lei era innamorata di Ismail,lo scorbutico ragazzo dallo sguardo duro... 

Intanto alla festa... 

"Ma che diavolo combini!!!"disse furioso Ismail. 

Infatti non l'avrei fatta,come non l'avrei fatta mai con una ragazza come te!!!" 

"Ma cos'ho che non va?" 

"Il fatto che sei una troia!!!"disse senza cercare di essere delicato... 

"Ma io non sono una troia!!!"disse offesa lei 

"Ah no?Io quelle che vanno con il primo che incontrano le chiamo così,non so tu e ora non mi scocciare!!!"disse andandosene 

Ismail cercò la ragazzina per farsi restituire la felpa,o magari per qualche altro motivo?Ma non c'era da nessuna parte,evidentemente se ne era andata.

Si scambiarono uno sguardo che durò qualche secondo di troppo. Erano amici da anni, cresciuti insieme nello stesso quartiere, ma c’era sempre stata una specie di filo invisibile che li teneva uniti più di quanto volessero ammettere.

— “Sai, Ismail,” iniziò Chiara con un tono improvvisamente più serio, “questa festa… non era solo per il tuo compleanno. Era anche per dirti che, beh… presto partirò. L’università mi aspetta.”

Ismail sentì un piccolo vuoto nello stomaco. La birra che stava per bere gli rimase sospesa in mano.

— “Partirai? Dove?”

— “Milano. Architettura. È un’occasione che non posso perdere.”

Il ragazzo abbassò lo sguardo. Dentro di sé sapeva che quella notizia avrebbe cambiato qualcosa per sempre. Ma non voleva mostrarle il suo dispiacere.

— “Allora brinderemo anche a questo,” disse infine, sollevando la lattina e mascherando il turbamento dietro a un sorriso.

Brindarono. Le bollicine pizzicarono la gola, ma ciò che pizzicava di più era il pensiero che quella forse era l’ultima notte in cui sarebbero stati solo loro due, nel loro piccolo mondo.

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