X10_520
-Alex, sei pronto? - chiese Isabela con voce severa, entrando nella sua stanza senza chiedere permesso.
"Anche se non ci credi, Isabela, lo sono," rispose con calma senza fermarsi a guardarla.
-Questo è molto importante, è il primo test con un essere umano! - disse preoccupata e un po' in ansia.
-Sul serio, sei preoccupato per il test o per me? -dichiarò Alex in modo seducente, alzandosi dalla sedia per dirigersi verso Isabela, fermandosi proprio di fronte a lei.
"Io... anch'io sono preoccupata per te," arrossisce, "ma non puoi dimenticare il tuo dovere," gli ricorda con voce ferma.
Alex sospira frustrato e si allontana da lei con la schiena girata per avvicinarsi a un tavolino che era accanto al suo letto, prende tra le mani una foto in cui erano tutti i suoi compagni di classe quando si sono diplomati.
-Sì, la verità è che sono felice di essere il primo a utilizzare l'X10_520 per teletrasportarmi in un altro mondo. "Dopo tutto, ero uno dei loro designer", ha commentato con indifferenza.
"È bello sapere," disse sollevata, "è meglio andare, i tecnici e gli ingegneri ti aspettano nella sala prove." Ho continuato a parlare.
"Ok," disse Alex scoraggiato.
Alex e Isabela hanno percorso i corridoi del laboratorio sotterraneo, realizzato con i materiali grigio scuro più forti e resistenti.
Lei, che camminava davanti a lui nella sua uniforme bianca, i capelli neri legati in una coda di cavallo che le arrivava alla vita, indicandogli la strada da seguire. E lui dietro di lui guardandole le spalle con la tristezza nel cuore, chiedendosi se davvero il suo amore non fosse ricambiato e lei non lo amasse.
Ho provato a parlarle tante volte, ma lei lo fermava sempre con la scusa del lavoro.
—Alessio! Alessio! —
-Lui? Cosa sta succedendo? —chiedo un po' stordito.
-Erano qui! A che cosa stavi pensando? —gli chiedo seccato.
"Niente, solo mie sciocchezze", disse imbarazzato.
- È fantastico che tu sia qui, Alex! Mettiti al centro della piattaforma - ordinò un uomo più anziano vestito con abiti bianchi da medico. Gli parlo, arrivando subito al dunque con freddezza. Tipico del dottor Bryan, un uomo che si dedicava al lavoro e che in età avanzata non aveva un moglie, tanto meno figlio, insomma un uomo solo e senza famiglia, tutto ciò che aveva era la scienza. E nonostante ad Alex piacesse quello che aveva studiato, non voleva essere come quell'uomo dal carattere freddo e senza sentimenti, voleva essere accompagnato dalla sua famiglia e voleva anche qualcuno che lo amasse finché morte non li separi, ma fino ad ora non aveva avuto fortuna in questo.
Alex, un po' incerto, cominciò a camminare verso la piattaforma. Mentre era lì, un braccio meccanico si allungò nella sua direzione, portandogli un braccialetto dal design grigio un po' grezzo, al centro aveva un piccolo schermo di vetro illuminato che indicava la destinazione del suo utilizzatore.
Alex si fermò per qualche secondo guardando il braccialetto prima di metterselo al polso.
-Pianeta 3410B05- sussurrò tra sé.
-Alex? Sei pronto? -Glielo ha detto il dottor Bryan.
- Si signore! - affermò.
-Allora vai avanti-
Alex ancora titubante, ma sapendo che non poteva più tornare indietro, toccò lo schermo del braccialetto. Immediatamente le lettere rosse scomparvero e il braccialetto cominciò a vibrare selvaggiamente, facendo diventare ansioso il ragazzo.
Al centro dello schermo apparivano dei numeri rossi che annunciavano il conto alla rovescia.
00:05
00:04
00:03
00:02
00:01
00:00
In un batter d'occhio, l'uomo dai capelli neri e dagli occhi rossi era scomparso per sempre dalla piattaforma, lasciando tutti senza parole e in silenzio.
"Alex," sussurrò Isabela a se stessa.
Le lacrime minacciavano di cadere nei suoi occhi a causa del sentimento di perdita che inondava il suo essere.
FINE...
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