L’alba del giorno dopo arrivò troppo in fretta per Tree. Non aveva dormito quasi per niente. Si era rigirato nel letto a lungo, gli occhi puntati sul soffitto della piccola stanza che condivideva con sua madre. Lei dormiva profondamente, stremata dal turno doppio al ristorante. Tree si alzò in silenzio, prese lo zaino che aveva preparato nella notte e scrisse un biglietto.
“Torno presto. Non ti preoccupare. Ho bisogno di scoprire qualcosa. Ti voglio bene. – T.”
Fuori, Bangkok stava ancora sbadigliando. Il cielo era grigio chiaro, con qualche sprazzo di luce che cominciava a filtrare tra i tetti. L’aria profumava di incenso e riso fritto, come sempre. Ma per Tree, tutto sembrava diverso. Ogni dettaglio, ogni passo, portava il peso di una scelta che non aveva mai osato fare.
Lo aspettava Style, appoggiato al motorino con due caschi sotto braccio e la solita aria da “ho tutto sotto controllo”, anche se i suoi occhi tradivano un briciolo di tensione.
«Hai portato la bussola?» chiese con un sorriso.
Tree fece cenno di sì, mostrando l’oggetto legato al passante dello zaino.
«Bene. Allora si parte.»
Salirono sul motorino e imboccarono la tangenziale verso nord. Il traffico era ancora scarso e la città sembrava lasciarli andare senza opporsi. I primi chilometri passarono in silenzio, solo il rombo del motore e il vento che scompigliava i pensieri.
Dopo qualche ora, si fermarono in una stazione di servizio vicino ad Ayutthaya. Style parcheggiò sotto un albero e si stiracchiò come un gatto.
«Vedi? Siamo già lontani. Ti senti diverso?»
Tree si sedette su una panchina e aprì una bottiglietta d’acqua. «Mi sento... sospeso. Come se non stessi ancora facendo davvero questa cosa.»
Style si sedette accanto a lui. «Sai perché ho scelto Chiang Rai?»
«No. Ma immagino che non sia per il paesaggio.»
«Mio padre vive lì.» La voce di Style si abbassò. «O almeno... così mi ha detto mia nonna. Non l’ho mai conosciuto. È sparito quando avevo due anni. Lei non voleva che lo cercassi, diceva che non meritava nemmeno un pensiero.»
Tree lo guardò, sorpreso. Style parlava raramente del suo passato. Era sempre quello che faceva battute, che riempiva i silenzi con rumore. Ma adesso il silenzio sembrava servirgli per raccontarsi davvero.
«E cosa farai se lo trovi?»
Style scrollò le spalle. «Non lo so. Forse niente. Forse solo guardarlo e capire se ho qualcosa di suo. O forse mi girerò e tornerò indietro. Ma devo saperlo.»
Tree annuì piano. «Hai ragione. A volte il passato va guardato in faccia, anche se fa paura.»
Rimasero lì ancora un po’, osservando le foglie che tremavano leggere sopra di loro. Poi risalirono in sella e continuarono il viaggio, attraversando campagne verdi punteggiate di risaie, templi nascosti tra gli alberi e villaggi dove i bambini correvano scalzi sotto il sole.
La sera calava quando arrivarono in una cittadina vicino a Phitsanulok. Trovarono una piccola guesthouse a gestione familiare, dove una donna gentile li accolse con un sorriso e una stanza semplice ma pulita. Avevano viaggiato tutto il giorno, e le gambe di Tree tremavano per la stanchezza.
Dopo una doccia fredda e un piatto di pad kra pao, i due si sedettero sul tetto della guesthouse. Il cielo era limpido, pieno di stelle.
«Hai mai pensato che forse siamo solo due ragazzi che stanno facendo una cavolata gigante?» chiese Tree, mezzo serio.
Style ridacchiò. «Tutti i grandi viaggi cominciano con una cavolata. Guarda i film, i libri... nessuno inizia con ‘e poi tutto fu chiaro e facile’.»
Tree sorrise, ma dentro sentiva ancora quella strana tensione. Amava Bangkok, sua madre, il suo piccolo mondo. Ma in quel momento, sotto quel cielo nuovo, iniziava a capire che c’erano parti di sé che dovevano essere scoperte altrove.
Style si sdraiò con le mani dietro la testa. «Sai cosa penso? Che ognuno di noi ha un punto da cui parte, ma nessuno sa dove finisce. E a volte... a volte, serve solo un amico per non perdersi lungo la strada.»
Tree rimase in silenzio, guardando le stelle. Forse era proprio così. Forse, non importava dove sarebbero arrivati. Importava solo che ci stessero arrivando insieme.
E con quel pensiero, si lasciò andare al sonno, mentre la notte della Thailandia li avvolgeva, silenziosa e piena di promesse.
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