La cena di famiglia

Passarono alcune settimane, e Oliver stava sul divano a parlare al telefono con sua sorella con un tono più dolce del solito.

-Sì, Nee-chan...lo so. Non preoccuparti, non scapperò di nuovo. Ci sarò alla cena, ciao.- Sorride un pochino, poi guardò Kian che lo osservava da lontano.

Kian con un sorriso curioso. -Nee-chan? Chi è? La tua ragazza?

-Se fosse la mia ragazza ti avrei detto che sono affari miei e, comunque è mia sorella maggiore. È l'unica persona della mia famiglia con cui parlo ancora...- Kian si avvicinò piano. -Vuoi dire che non hai un bel rapporto con la tua famiglia?-

-Non mi piace parlare molto della mia famiglia, perché mi fa ripensare alle cose brutte che mi hanno fatto.

È da quando sono piccolo che la mia famiglia non mi accetta. Volevano che nascesse una femmina, ma sono nato maschio. Nella mia famiglia la maggior parte degli eredi della casa di famiglia sono donne.

Una volta hanno cercato di minacciarmi, però mia sorella cercava il più possibile di difendermi, ma non volevo protezione. E da quel giorno sono "odiato" dalla mia famiglia, e tra pochi giorni avrò una cena con tutta la famiglia.-

-Ti capisco, anche io non ho un bel passato. Ho avuto più meno un trauma, perché sono stato abbandonato dai miei genitori e quindi ho dovuto vivere con mia nonna. Ho imparato molto da lei, e mi ha insegnato che si devono affrontare le cose a schiena dritta e testa alta.-

-Tu, però ci riesci... ad affrontare le cose...

Kian si sedette accanto a Oliver, un po' più vicino del solito. -Parlando di altro mi piace come parli in giapponese 😏. Ha un suono più morbido e tranquillo.- Oliver lo guardò un attimo, poi abbassò gli occhi. -Non lo faccio spesso. È come... se fosse troppo personale.-

Kian con voce più bassa e profonda. -Voglio sentire come parli in giapponese.- Oliver diventò serio e di poco imbarazzo. -No, ci parlo solo con mia sorella e non voglio.-

Kian non insistette, ma sorrise.

Passano pochi giorni e arriva il giorno in cui Oliver deve andare alla cena di famiglia, ma Oliver era molto in ansia: si capiva perché faceva avanti e indietro nella sua camera, sfogliava libri per distrarsi, vedeva ogni volta il vestito, si mangiava le unghie. Kian si stava un po' preoccupando e decise di fermarlo.

-Oliver, fermo. Respira, vedrai che andrà bene questa cena.-

-Scusa. Non riesco a concentrarmi. Non so cosa mi prende.-

-È soltanto una piccola ansia. Devi soltanto rilassarti, non pensare a niente e l'ansia se ne andrà.-

-Ok. -Oliver eseguì quello che disse Kian e si calmò. Poi disse un po' imbarazzato. -Grazie.-

Kian si sorprese, ma sorrise. -De nada ;).-

Oliver andò a mettersi un vestito minimalisto, scarpe nere e si pettinò i capelli senza capelli e si tolse gli occhiali. -Perché non ti sei fatto la coda come sempre?- -Perché a mia nonna non piace quando lo faccio.-

Kian rimase un po' sconvolto, ma lo lasciò attraversare la porta per poi rimanere da solo in casa.

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