Who Is He?

Who Is He?

Il primo giorno di scuola

Era il primo giorno di superiori, Lori (Lorenzo) arrivò a scuola e cercò Ema (Emanuele) con lo sguardo, quando lo vide corse da lui.

-Ema, come stai?-

-Io bene, tu?-

-Ah, anch'io grazie!-

Lori era preoccupato dal fatto che lui e il suo migliore amico sarebbero stati in due classi separate, ma cercò di non pensarci. Non passò molto dall'entrata nelle aule, le prime ore gli spiegarono come impostare le varie cose e fecero conoscenza con i compagni. Non ci fu lezione e il tempo volò, era già ora di pranzo. Lori andò a cercare Ema e, quando lo vide in fila per la mensa gli andò incontro.

-Ema! Mangiamo insieme?-

-Si, va bene. Tanto non sono con nessuno!-

Presero i posti a sedere e iniziarono a mangiare.

-Ve Lori, com'è andata in classe?-

-A me bene, dai. Invece a te? Che mi racconti?-

-Mah, io niente. C'era però un ragazzo particolare, credo si chiamasse Tommaso, ma non ne sono sicuro.-

-In che senso particolare?-

-Eh, stava sempre da solo, poi era vestito in modo strano.-

-Secondo me non può essere così strano, è qui adesso?-

-Si, è quello là!-

Ema indicò un tavolo vuoto, con solo un ragazzo, capelli scuri, un orecchino, un top e sotto una maglia a maniche lunghe nera.

-Dai, andiamo!-

Lori si alzò dal tavolo e si diresse verso il ragazzo.

-Cosa fai Lori?!-

Si sedette e lo salutò, il ragazzo non disse una parola.

-Sei di poche parole, eh? Ti chiami Tommaso?-

Il ragazzo lo guardò storto poi mandò giù il boccone e disse con voce bassa:

-No, mi chiamo Leonardo.-

-Ah, ok. Per gli amici Leo?-

-Io non ho amici.-

-Allora ti chiamo Leo.-

Gli sorrise, Lori, e tornò a mangiare il suo pranzo. Quando tutti finirono il loro pranzo Lori tornò da Ema che si era rifiutato di cambiare tavolo.

-Ema, perché non sei venuto?-

-Lori ma cosa dici? È uno sconosciuto, e pure strano. Perché sei andato al tavolo con lui?-

-Nessuno merita di stare da solo.-

-Ma mi hai lasciato da solo.-

-Ma ti abbiamo invitato-

-Potevamo invitare lui nel nostro tavolo.-

-Basta Ema! E anche se fosse venuto tu te ne saresti andato!-

-In effetti...-

-Vedi come fai, sei un bambino! Io me ne vado.-

-Aspetta Lori!-

Lorenzo se n'è andò senza voltarsi e uscì dalla mensa. Non conosceva bene il posto ma andò in un parco accanto alla scuola, una brezza faceva muovere gli alberi, un venticello gli accarezzava il viso, non sembrava settembre, non c'erano fiori ma l'erba era verde e il sole scaldava l'aria. Lori trovò un albero abbastanza alto e si appoggiò sul tronco a disegnare su un quadernino. Si sentivano solo i cinguettii degli uccellini, quando Lori sentì qualcuno avvicinarsi si voltò, c'era Leonardo, si sedette vicino a lui e sospirò.

-Ti hanno pagato?-

-Non so di che parli...-

-Perchè sei stato al tavolo con me? Ti hanno pagato?-

-No, se ti ha dato fastidio non lo faccio più, volevo farti compagnia.-

Leonardo lo guardò ancora un po' storto poi guardò sul foglio che aveva in mano Lori, c'era raffigurato un albero, disegnato a matita.

-Sei bravo a disegnare.-

Disse a bassa voce Leonardo.

-Come?-

-No, niente-

-Guarda che ho sentito, comunque grazie.-

-Prego.-

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