Andrea non aveva molti indizi su sua madre. L'unica cosa che sapeva era che lo aveva lasciato in un orfanotrofio a pochi mesi dalla sua nascita. Per anni, aveva cercato di ignorare quella ferita, di concentrarsi sul calcio e di seppellire i suoi sentimenti sotto la grinta e la determinazione. Ma ora, a diciotto anni, con il mondo che finalmente cominciava a notarlo come una giovane stella del calcio, si sentiva pronto a scavare nel suo passato.
Dopo settimane di riflessioni, Andrea decise di iniziare da dove tutto era cominciato: l'orfanotrofio. Ritornare in quel luogo fu difficile. I ricordi delle lunghe notti di solitudine e dei giorni in cui desiderava disperatamente una famiglia gli tornarono alla mente con una forza inaspettata. Parlò con suor Teresa, una delle poche persone dell'istituto che lo avesse sempre trattato con affetto.
La suora lo accolse con un sorriso dolce e triste allo stesso tempo. "Andrea, sapevo che un giorno avresti cercato di scoprire di più sulla tua famiglia." Gli porse un vecchio fascicolo con il suo nome. "Questo è tutto ciò che abbiamo su tua madre. Non è molto, ma spero che ti aiuti."
Con mani tremanti, Andrea aprì il fascicolo. All'interno trovò il suo certificato di nascita e una vecchia fotografia di una giovane donna dai capelli castani e dagli occhi profondi. Era sua madre, Alisia. Sotto la foto, c’era il suo nome completo: **Alisia Conti**.
La sua ricerca aveva finalmente un punto di partenza. Andrea usò il nome per scavare in internet, cercando informazioni su di lei. Non ci volle molto per scoprire che Alisia Conti era una donna ben nota nel mondo della moda. Foto di sfilate, articoli di riviste di lusso, interviste: tutto indicava che la sua vita era stata un successo straordinario.
Guardare quelle immagini fece salire in Andrea una rabbia che non riusciva a controllare. Mentre lui cresceva senza genitori, combattendo per tutto ciò che aveva, lei viveva una vita piena di privilegi, fama e lusso. Come aveva potuto lasciarlo e poi vivere senza alcun rimorso?
Andrea decise di recarsi a Milano, dove Alisia viveva e lavorava. Era una città caotica, piena di vita, molto diversa dai luoghi in cui era cresciuto. Con il poco denaro che aveva, affittò una stanza in un piccolo appartamento e cominciò a pianificare il suo prossimo passo.
Nel frattempo, Alisia continuava la sua vita senza sospettare nulla. Era nel pieno della preparazione di una nuova collezione, immersa nei dettagli dei tessuti e delle sfilate. Per lei, il lavoro era una fuga, una distrazione da quei rari momenti di solitudine in cui il ricordo di Andrea tornava a tormentarla.
Una mattina, Andrea si presentò davanti alla sede della casa di moda di Alisia. Non era ancora pronto a incontrarla di persona; voleva osservarla da lontano, capire chi fosse realmente. Rimase appostato per ore, fino a quando la vide uscire.
Il cuore gli batté forte nel petto. Era la prima volta che la vedeva di persona. Era elegante, sicura di sé, con un portamento che trasmetteva autorità. Ma per Andrea, era semplicemente la donna che lo aveva abbandonato.
Andrea la seguì a distanza, cercando di non farsi notare. Alisia entrò in un caffè elegante e si sedette a un tavolo vicino alla finestra. Parlava al telefono, sorridendo ogni tanto, come se la sua vita fosse priva di preoccupazioni. Per Andrea, quel sorriso fu come una pugnalata. Come poteva essere così serena, mentre lui aveva sofferto così tanto?
Tornato nel suo appartamento quella sera, Andrea non riusciva a smettere di pensare a lei. La rabbia e la curiosità si mescolavano dentro di lui, creando un tumulto di emozioni. Aveva bisogno di affrontarla, ma come? Non voleva semplicemente presentarsi e chiederle spiegazioni. Voleva farle capire cosa significava essere abbandonato, cosa significava crescere senza una madre.
Passarono alcuni giorni, durante i quali Andrea continuò a seguire Alisia, studiando ogni suo movimento. Scoprì i suoi ritmi, i suoi luoghi preferiti, le persone con cui lavorava. Ogni dettaglio gli serviva per costruire il momento del confronto.
Ma mentre Andrea pianificava, dentro di lui cominciava a crescere una domanda che non poteva ignorare: cosa sperava davvero di ottenere da tutto questo? Una vendetta? Una spiegazione? O forse, in fondo al cuore, sperava ancora di trovare un po' di amore da quella donna che lo aveva messo al mondo?
Un pomeriggio, mentre Alisia passeggiava sola in un parco vicino al suo appartamento, Andrea decise che era arrivato il momento. La seguì fino a una panchina dove si era seduta, con uno sguardo stanco ma sereno. Si avvicinò lentamente, il cuore che batteva come un tamburo nel petto.
"Alisia Conti?" disse con una voce ferma ma carica di emozione.
Alisia alzò lo sguardo, sorpresa. I suoi occhi incontrarono quelli di Andrea, e per un momento sembrò confusa. Ma poi qualcosa nel suo sguardo cambiò. Forse era il modo in cui quegli occhi le ricordavano qualcuno. Forse era una sensazione che non riusciva a spiegare.
"Sì, sono io," rispose, con una leggera esitazione. "Ci conosciamo?"
Andrea rimase in silenzio per un attimo, fissandola. Poi, con un sorriso amaro, disse: "Non ancora. Ma sono tuo figlio."
Le parole colpirono Alisia come un fulmine. Rimase immobile, il volto che si riempiva di incredulità e shock. E in quel momento, capì che il passato che aveva cercato di seppellire era tornato per chiederle conto.
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