Ep.18

Ora più calmo, Christian decise di tornare a casa presto, non aveva più voglia di lavorare, chiese a Tania di rimandare l'ispezione che avrebbe dovuto fare più tardi e lasciò al suo amico il compito di sistemare il resto.

Marcio: A casa, signore?

Christian: Sì!

Dopo un po' arrivarono, Aisha era fuori a parlare con alcune delle guardie di sicurezza. Quando videro la macchina avvicinarsi, ognuna delle guardie tornò ai propri compiti e Aisha rimase lì.

"Buon pomeriggio, signore!"

Christian: Buon pomeriggio! Dov'è mia moglie?

Aisha: Non la vedo da quando siamo arrivati, signore!

Christian: Hum.

Entra in casa e chiama Soledad, che era nella sua stanza a piegare dei vestiti, ma appena sente Chris chiamarla, va ad incontrarlo.

Sol: Mi hai chiamato, figliolo? È arrivato presto.

Christian: Dov'è Elisa?

Sol: È nella sua stanza, figliolo!

Christian: Dille che la aspetto in ufficio!

Sol: È successo qualcosa, Chris?

Chris: Fai quello che ti ho chiesto...

Sale le scale e lei lo segue per chiamare Elisa. Mentre bussa alla porta, entra senza aspettare che Elisa risponda.

Sol: Tesoro, Chris è appena arrivato, vuole parlarti in ufficio!

Elisa aveva i capelli umidi, era appena uscita dalla doccia.

"Adesso?"

Sol: Sì, tesoro!

Elisa: Va bene, ho bisogno di parlargli anche io...

Entrambe lasciarono la stanza ed Elisa si diresse in ufficio con molta trepidazione, voleva affrontarlo ma non sapeva se ne avrebbe avuto il coraggio.

Bussa piano alla porta e subito lo sente entrare.

Elisa non conosceva ancora lo studio, ma era arredato molto bene, proprio come il resto della casa, con ampie vetrate che si affacciavano sulla zona anteriore. Chris era in piedi di spalle alla finestra, a guardare il paesaggio.

"Volevi parlarmi?"

Christian si voltò verso di lei e la fissò dalla testa ai piedi. Indossava un abito a fiori lungo fino al ginocchio, con spalline che le lasciavano scoperte il collo e le spalle. I capelli umidi e la bocca rosea gli fecero perdere completamente i sensi, facendogli dimenticare la rabbia di pochi minuti prima, anche il suo profumo aveva già invaso la stanza.

Le fa cenno di sedersi, poi si siede di fronte a lei. Le lancia un'occhiata alla piccola scollatura dell'abito e la fissa per lunghi secondi.

Christian: Bene... voglio chiederti una cosa, e voglio che tu sia sincera con me!

Elisa: Certo, chiedi pure

Christian: Hai un ragazzo?

La domanda colse completamente alla sprovvista Elisa, che spalancò gli occhi e rispose in un sussurro.

Elisa: No, certo che no! Come ti è venuto in mente?

Christian: Ho sentito che stavi baciando un ragazzo fuori dall'università oggi!

Elisa: È una bugia, è stato lui a baciarmi, ma io l'ho subito allontanato!

Elisa non sapeva perché, ma ci teneva a spiegargli il malinteso.

Christian: Mi stai dicendo che è stato un bacio senza il tuo consenso?

Elisa: Sì, in realtà siamo solo amici, cioè... dopo oggi, non siamo più niente!

Christian era pazzo di rabbia e allo stesso tempo contento della sua risposta, ma doveva fare del suo meglio per non darlo a vedere davanti a Elisa.

"Quindi mi stai dicendo che quel ragazzo ti ha baciata pur sapendo che eri una donna sposata? Che figlio di puttana!"

Elisa: Beh... i miei amici non conoscono questo dettaglio, solo mia cugina Raquel!

Christian: Ti vergogni a dirlo ai tuoi amici? Ti vergogni di me, vero?

Elisa: Non capiresti...

Christian: Allora spiegamelo, forse capirò!

Elisa fa un respiro profondo e si scosta i capelli all'indietro.

"Beh... come potevo spiegare loro che mi sono sposata per non far morire mio padre? È una cosa molto dolorosa per me, fino all'altro giorno non avevo idea di chi fosse mio padre e ora sono qui sposata? Non sai quanto mi sento impotente... non sai come mi sento dentro! Persino mia madre mi ha abbandonata (piange)"

È scosso nel vederla piangere, naturalmente conosceva molto bene i suoi sentimenti, aveva già subito molte perdite nella sua vita, erano sensazioni diverse, ma la capiva meglio di chiunque altro. Chiude gli occhi in segno di disapprovazione, odiandosi profondamente per vederla soffrire così, la sua intenzione era quella di prendersi cura di lei e di amarla e non di farla stare male...

Christian: Ehi, non essere così... (le tocca le mani attraverso il tavolo, e lei lo guarda) Mi dispiace, non volevo farti piangere!

Elisa si asciuga gli occhi e lo guarda di nuovo con un'espressione abbattuta.

Christian: Elisa, mi dispiace davvero, mi fa male vederti così... Può non sembrare, ma tengo a te, tutto ciò che voglio è il tuo bene!

Elisa: È per questo che hai pagato le tasse universitarie?

Christian: Quindi lo sapevi già?

Elisa: Sì, ma non eri obbligato... avrei trovato un modo per pagare!

Christian: Elisa, io sono tuo marito, e tutto ciò che ti riguarda coinvolge anche me. Pensi davvero che ti avrei lasciato espellere? Certo che no, anzi, d'ora in poi mi occuperò io di tutto ciò che riguarda i tuoi studi. So che pensi il peggio di me, e ti capisco, forse al tuo posto farei lo stesso, ma io voglio davvero solo il meglio per te!

Elisa: Chi mi garantisce che non chiederai il rimborso a mio padre in seguito? Come posso accettare, sapendo che mio padre potrebbe pagare con la vita?

Christian: Non lo farò, te lo prometto. Tuo padre è fuori da questa storia, e non preoccuparti, perché non gli farò del male!

Elisa: Non lo farai, perché il male peggiore gli è già stato fatto, mio padre è sprofondato nei debiti, non gli è rimasto più niente, gli è stato portato via tutto!

Christian: Non è colpa mia se è dipendente, se è questo che pensi, tuo padre è sprofondato da solo, pensi che non gli abbia mai chiesto di smettere?

Elisa: Allora aiutalo, sono qui, no? Ti ho sposato... se vuoi davvero il mio bene, fai qualcosa per mio padre.

Fa un respiro profondo, piuttosto pensieroso, e si alza.

Christian: Vedrò cosa posso fare per lui!

Elisa: Grazie!

Christian: Bene... credo che ci capiamo, non voglio rubarti altro tempo.

Elisa: Neanche io voglio disturbarti (si alza dalla sedia), e grazie per avermi aiutata con le tasse, non ho modo di ripagarti!

Christian: Non devi ringraziarmi, l'ho fatto e lo faccio con piacere!

Lei deglutisce a fatica.

Christian: E prima che mi dimentichi, ho qualcosa per te!

Apre un cassetto della scrivania e tira fuori una piccola busta, porgendogliela.

Elisa: Cos'è questo?

Christian: È una carta, è tua, usala per qualsiasi cosa ti serva!

Elisa aggrotta la fronte, incredula.

Elisa: Lo apprezzo, ma non posso accettarlo!

Christian: Per favore, insisto!

Elisa: Perché sei così gentile con me? Ti aspetti qualcosa in cambio, è così? Se è così è meglio non illudersi, questo matrimonio è solo un contratto, e niente di più...

Christian: Lo faccio perché... (fa un respiro profondo), lascia perdere, accettalo e basta, usalo bene se vuoi, se no... la scelta è tua!

Elisa decide di non interrogarlo oltre, prende la busta ed esce dall'ufficio, tornando nella sua stanza e chiudendo la porta, Christian pensa a tutto quello che ha detto... Ma l'odio lo divorava ancora, avrebbe fatto di tutto per scoprire chi era l'idiota che l'aveva toccata senza permesso.

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