Ep.14

— Pensi di tenerlo tutto il giorno tra le braccia? - Furono le parole di Arturo che era appoggiato alla porta.

— È che è molto adorabile - Arturo scosse la testa e se ne andò, Susan decise di uscire fuori, la freschezza del vento entrò in contatto con la sua pelle, l'ambiente era così naturale, ma il giorno dopo si pentì di essere uscita senza niente che la coprisse.

Arturo non le aveva detto dove dormire, quindi non volle affrontare il cattivo umore di suo marito, così prese la decisione di dormire sul divano con il cagnolino che dormiva ai suoi piedi, quando albeggiò tutto il suo corpo si sentiva stanco, le palpebre erano pesanti, aveva mal di testa e un po' di febbre.

— Cosa ti succede? - L'uomo corrugò la fronte notando il viso rosso della donna e il suo pessimo aspetto - Non dirmi, hai l'influenza, ti succede per essere venuta a coricarti molto tardi - Arturo lasciò vedere un sorriso canzonatorio - O forse sei allergica al cane? Se è così non c'è nulla che possiamo fare, il cagnolino è più importante di te, e intendo tenervi entrambi.

— Perché non ti zitti e te ne vai una volta per tutte - Rispose arrabbiata Susan.

— E lasciarti morire sopra il mio divano? Costa troppo per permetterti di morire sopra di esso - Susan stava per protestare e lamentarsi, ma il suo stomaco brontolò - Hai fame? - Sembra che Arturo avesse un lato umano.

Susan aveva il viso pallido, aveva ancora tracce dei colpi che le erano stati dati, Arturo era scomparso dalla sua vista, la donna voleva solo dormire e non appena tutto era calmo, lei chiuse di nuovo gli occhi, anche tenerli aperti era difficile, furono diversi minuti in cui Susan sembrò aver dormito, ma poi sentì qualcosa di freddo posarsi sulla sua testa, l'uomo la fece sedere dandole una pastiglia e lasciandola bere un bicchiere d'acqua, quello era chiaramente un promemoria del modo in cui Andrea, sua suocera le aveva dato le pastiglie.

— Arturo? - Susan volle lamentarsi, ma sentire il panno umido aveva rilassato gran parte del suo corpo, lei si chiese se l'uomo si preoccupasse per lei, ma prima che potesse pensare di più di nuovo era addormentata.

Quando la giovane aprì di nuovo gli occhi si sentiva molto meglio, allora poté osservare l'elegante figura maschile seduta sull'altro divano con il suo laptop davanti agli occhi.

— Supponevo che ti saresti svegliata, devi mangiare qualcosa - Arturo tolse gli occhiali che portava e osservò la piccola donna.

— Non ho fame - Furono le parole di Susan.

— Non ti ho chiesto se hai fame o no, mangerai qualcosa - Arturo si alzò e le passò una ciotola di spaghetti con uova strapazzate, all'inizio Susan non volle mangiare, ma la fragranza che emanava era irresistibile quindi lo mangiò, e decisamente il sapore rendeva onore all'odore che aveva.

— Grazie, e scusa per averti causato disturbi - Susan sembrava abbastanza timida e l'uomo non aveva aggiunto altro, neanche l'aveva disturbata, sembra che se lei si ammalasse più spesso i due non sarebbero come cane e gatto, dopo aver mangiato quello che supponeva fosse stato portato da una delle cuoche di Arturo, Susan si era alzata.

— Sei in condizione di stare in piedi? - Arturo, sembra che non la stesse perdendo d'occhio.

— Voglio fare una doccia - Susan raccolse i capelli, ma prima che potesse reagire, Arturo la sollevò in braccio.

— Arturo, cosa fai? - la giovane entrò nel panico nel essere sollevata dall'uomo.

— Ti porterò alla stanza con quanto sei debole, potresti rotolare giù per le scale come una palla - Arturo mostrò una fila di denti bianchi mentre sorrideva, Susan non gli prestò attenzione, poi qualche secondo dopo una stanza ampia li aveva accolti, la sua decorazione era in beige, quadri molto quotati, un mobile pieno di libri, lo scaffale delle bevande, e Caffè oltre a un piccolo salotto dentro la stanza, quello era più che altro un piccolo appartamento, visto che aveva tutte le comodità.

— Grazie - Susan, dopo tutto non voleva creare problemi, Arturo si era preso cura di lei, anche se l'uomo sembrava insopportabile.

- Va bene - Arturo uscì dalla stanza, Susan ora si trovava in un dilemma ed era che stava pensando di usare i vestiti di Arturo, tuttavia quando aprì uno dei 4 armadi si trovò con abiti femminili e tutti erano della sua taglia.

Non ci fece caso, scelse un pigiama blu, in effetti la maggior parte dei capi erano di colore blu e marrone, la coincidenza vuole che quei fossero i colori preferiti di Gabriela inoltre Arturo ha anche file di camicie blu, lei credette che anche nei vestiti avessero quella somiglianza che li rende una coppia unica.

Susan si sentì a disagio pensando di invadere la privacy di sua sorella, ma aveva bisogno di fare una doccia, circa 15 minuti dopo era uscita, il suo corpo ora si sentiva rilassato, si imbatté in una crema per i lividi che ancora erano visibili, la stanza era completamente attrezzata.

— Beh, Arturo, se ama mia sorella - Mormorò per se stessa Susan. Dopo molto tempo ciò sembrò generare un piccolo disagio in lei inspiegabile, Susan volle eliminare rapidamente quella sensazione dall'interno, proprio in quel momento la porta della stanza si aprì il viso seducente e cattivo di Arturo entrò nel campo visivo di Susan - Non avevo niente da mettermi e ho usato i vestiti tuoi.

Arturo le fece un gesto con le mani indicandole di stare zitta, Susan obbedì.

— Come ti senti? - Fu la domanda dell'uomo.

— Sto meglio, grazie per la medicina e il cibo — in quel momento qualcun altro era entrato nella stanza, un piccolo cane spumoso e incantevole, Susan non esitò a sollevarlo.

— Farò una doccia - Arturo scomparve lasciando il suo telefono sul letto, mentre Susan accarezzava il cucciolo sedendosi sul letto, in quel momento il telefono di Arturo ricevette una notifica, il cellulare si era illuminato.

Remitente: Gabriela Contenuto: Mi manchi e ho bisogno di te.

Susan inghiottì la saliva, non voleva violare la privacy dell'uomo, ma era inevitabile non vedere il contenuto del testo, mentre si sentiva anche la doccia, Susan pensò al corpo ben fatto dell'uomo. — Andiamo fuori Jack - Susan sente che il suo petto fa male, pensa di essere un intralcio nella relazione di sua sorella e Arturo.

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