Ep.3

MARCELE

Fino all'età di 14 anni, ho vissuto una vita che si potrebbe definire una favola. Sono figlia unica da parte di mia madre e da parte di mio padre ho un'altra sorella, Andressa, che sembrava essere una brava persona ed era molto affettuosa con me. Mia madre è morta in un incidente aereo quando avevo 14 anni e due anni dopo mio padre è morto per insufficienza multiorgano: tutti i suoi organi hanno smesso di funzionare all'improvviso.

Poco dopo il funerale di mio padre, Andressa mi ha portato a vivere con lei nel suo attico in un hotel che apparteneva alla nostra famiglia. Io e mio padre vivevamo in una villa vicino all'hotel.

All'inizio pensavo che si sarebbe presa cura di me, ma non è andata così. Ho vissuto la mia vita monitorata da Francisca e Arturo. Ho provato a scappare un paio di volte e ogni volta Arturo mi ha catturato e Andressa mi picchiava sempre.

Arturo e Francisca mi tenevano ferma in modo che potesse colpirmi e un paio di volte mi ha persino torturata con una pistola stordente.

Mi ha sempre dato tutto: vestiti firmati, scarpe di marca, trucco, profumi importati. Ho sempre mangiato i pasti migliori, ma tutto entro quattro mura perché non potevo uscire dalla stanza.

Solo a volte, quando apriva la porta, potevo camminare per casa, ma con Francisca sempre alle calcagna.

La mia stanza aveva un letto molto comodo, un armadio pieno di lusso, una TV e un bagno. Cibo e acqua mi venivano portati dalle cameriere. Ne ricordo una che ha cercato di aiutarmi e ha finito per pagare con la vita.

Andressa l'ha uccisa davanti a me e ha continuato a rinfacciarmi che era colpa mia. Ho passato notti senza dormire, ricordando quella scena crudele e pensando a come questa donna potesse essere mia sorella e odiarmi così tanto. Non le ho mai fatto niente fino all'età di 16 anni, vedevo Andressa solo nei fine settimana e nei giorni festivi quando tutta la famiglia si riuniva.

Per non parlare del fatto che ha un orribile pitone che striscia per casa. Sa che ne ho paura e un giorno ha messo quel disgustoso serpente nella mia stanza e ha chiuso a chiave la porta, facendomi passare ore a urlare di paura. Quando è tornata a prendere il serpente, se n'è andata ridendo.

Odio Andressa e alla prima occasione pagherà per tutto quello che mi ha fatto passare.

ANDRESSA - Vado ad aprire la porta. Hai 30 minuti per fare un giro della casa e puoi anche prendere il sole a bordo piscina, basta che non ci entri per non sporcare l'acqua; oggi vado a nuotare.

MARCELE - Puoi chiudere di nuovo la porta, non ho voglia di uscire.

ANDRESSA - Uscirai perché te lo sto ordinando io. Non hai imparato chi comanda qui?

Se n'è andata trascinandomi in quell'enorme attico e mi ha gettato sul divano dove il serpente stava strisciando.

MARCELE - Ahhh, porta via questo serpente da qui!

ANDRESSA - L'intrusa qui sei tu, non lei. Viene qui a bere dalla sua mamma.

Ha preso il serpente e se lo è messo sulle spalle come una sciarpa. È un peccato che quel serpente non la soffochi a morte; sarebbe la scena più bella da vedere.

Ho camminato un po' per l'attico, gli stessi posti di sempre: la sala da pranzo, la cucina, la lavanderia. Avevo ancora 20 minuti per prendere un po' di sole, ma Arturo è venuto a cercarmi per rendermi la vita impossibile.

ARTURO - Guarda chi c'è, la piccola principessa rinchiusa nella torre.

Sono rimasta in silenzio, guardando l'orizzonte. Ho desiderato molte volte di buttarmi da quassù per morire, ma il desiderio di vedere Andressa ricevere ciò che si merita è più grande di ogni altra cosa.

ARTURO - Sai, ragazza, tua sorella non ti lascerà uscire, ma io posso insegnarti e mostrarti i piaceri della vita.

Si è avvicinato a me con l'intenzione di afferrarmi, ma grazie a Dio Francisca è arrivata in tempo. Non avrei mai pensato di essere felice di vedere quella strega.

FRANCISCA - Cosa stai facendo qui, Arturo? La signora ti sta aspettando in ufficio.

ARTURO - Stavo solo tenendo compagnia alla ragazza, Marcelle.

FRANCISCA - Non ha bisogno di compagnia.

Se n'è andato. Mi ha guardato con quella sua faccia da prugna secca e lo ha seguito.

Ho tirato un sospiro di sollievo. Per come è Andressa, avrebbe potuto farmi del male e lei sarebbe rimasta lì a sorridere, ad applaudire e a pensare che me lo meritavo. Che Dio la maledica, quella stronza!

Il mio tempo era scaduto e sono stata scortata di nuovo nella mia cella dalla carceriera dalla faccia da prugna secca.

Era notte fonda. Stavo già dormendo quando sono entrati nella mia stanza.

ANDRESSA - Svegliati, Bella Addormentata. Andrai in viaggio.

MARCELE - Un viaggio dove? Mi ucciderai?

ANDRESSA - No, cara sorella, è peggio della morte. Sposerai il tuo Principe Azzurro. Hahaha!

MARCELE - Non sposerò nessuno. Lasciami stare, per favore! Non ti basta che viva rinchiusa in questa stanza? Mi hai privato di tutto, anche di vivere, e ora vuoi costringermi a sposare un uomo che non conosco?

ANDRESSA - Arturo, tienila ferma. Francisca, il sedativo. Gli uomini di Bordini sono già giù ad aspettare.

MARCELE - NO! LASCIATEMI! ANDATEVENE! ANDATEVENE!

Francisca mi ha iniettato qualcosa nel collo e in pochi secondi ho perso conoscenza.

Quando mi sono svegliata, ero sdraiata su un divano in un ufficio che non conoscevo. Mi sono guardata intorno e ho visto un uomo che fumava un sigaro.

ESTEBAN - Sei sveglia, sposa mia. Spero che tu sia bella rilassata perché oggi è il giorno del nostro matrimonio e della nostra prima notte di nozze. Hahaha!

Un vecchio disgustoso con una risata macabra. Ha urlato con quella sua voce orrenda e due cameriere sono entrate e mi hanno trascinato via. La mia testa girava ancora, avevo perso la cognizione del tempo.

Ho chiesto diverse volte che ore fossero e nessuno mi ha risposto. Devo stare facendo un incubo.

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