Ep.15

"Evelyn Amaris"

Il dolore è l'unica sensazione che provo in questo momento, una stretta al petto per aver sopportato il tuo disprezzo, mio padre che mi guarda deluso... Mi ritrovo a pensare che forse ho fatto la cosa peggiore del mondo, e questo perché lui ancora non sa chi sia il padre di mio figlio, e dato che intende che rimanga così, non c'è bisogno che lo scopra. Quando è troppo è troppo; sono stanca di essere umiliata...

Mio padre e persino Varun sono stati così crudeli con me, e finora ho sopportato tutto per mio figlio, ma ora basta! Non ho bisogno di degradarmi ulteriormente... Ma sono pur sempre tua figlia, ho tossito un paio di volte e mi sono alzata davanti a te, e tu mi hai solo guardata.

"Grazie, padre!" Con tua sorpresa, ti ho dato un ultimo abbraccio, forse l'ultimo, hai tenuto le braccia lungo i fianchi... ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me fino ad ora.

Fece un passo indietro e vidi le lacrime nei suoi occhi, mio padre non se lo aspettava, poi se ne andò senza voltarsi indietro.

"Non andare via di nuovo, figlia mia", mia madre si avvicinò in lacrime mentre teneva in braccio Miguel, "L'ultima volta che te ne sei andata, figlia mia, guarda come sei tornata!"

"Mamma!" Mi sono avvicinata sfiorandole il viso e ci siamo guardate, "Questa volta non sarà lo stesso, forse stavo aspettando una soluzione..." Le ho fatto un sorriso dolce, "Questa volta la troverò!"

La mia sicurezza mi ha riempito il petto di gioia e anche tra le lacrime l'ho abbracciata e le ho stampato un bacio sulla guancia.

"Mamma, ti voglio bene." Ho rivolto la mia attenzione ad Aisha che stava piangendo anche lei, "E anche tu, sorella mia." Lei si è avvicinata e le ho abbracciate forte, accarezzando il viso di mia sorella, "Aisha, prenditi cura di loro per me!"

Le ho asciugato le lacrime e lei ha solo annuito... Ci siamo abbracciate ancora una volta; so di essere determinata, ma un addio è sempre difficile, anche per me. Ho salutato tutti, anche mio padre, colui di cui avevo bisogno e che mi ha calpestata...

Ho raccolto i soldi che erano stati lasciati sul letto, mi saranno di grande aiuto... Mia madre mi ha consegnato uno zaino ed è lì che ho riposto i soldi, non so dove sia il mio telefono, ma in ogni caso... Mia sorella ha preparato un biberon per Miguel, e mi ha consegnato una bottiglia con altro latte bollito. Ho cambiato il mio bambino con l'ultimo pannolino che mi era rimasto qui, dato che quello che Marcos aveva comprato era ancora lì.

"Cerca di non sparire, sorella", mi ha abbracciata Aisha mentre tenevo in braccio Miguel.

"Non preoccuparti, sorella, appena avrò un telefono ti farò avere mie notizie!"

"Amore mio, che tu e il mio nipotino possiate andare con Dio", mia madre ci ha benedette e io l'ho ringraziata...

Dopo il nostro addio, ho lasciato la casa e mentre aprivo la porta ho visto Felipe che chiacchierava con un gruppo di ragazzi, appoggiato a una casa con le braccia incrociate, la sua attenzione si è rivolta a me e io gli ho sorriso riconoscente per quello che aveva fatto e lui ha annuito... Ho camminato a testa alta, fuori dal villaggio, questa volta sono io quella che non si volta indietro, sapendo che tutte le persone che amo staranno bene.

Ora devo concentrarmi sul benessere di mio figlio! Sono uscita dall'ingresso principale, consapevole di alcuni sguardi curiosi e altri di disprezzo, anche se mi faceva male, ho salutato alcuni che si sono avvicinati augurandomi buona fortuna... E così mi sono allontanata dal villaggio, camminando fino a raggiungere la mia auto, sono salita e ho chiuso la portiera dietro di me.

"Ricominciamo da capo, figlio mio!" Ho sorriso vedendo i suoi occhietti che riflettevano la mia stirpe, per poi posarsi sul colore di quelli di suo padre.

Ho messo in moto l'auto e con mio figlio ho guidato per un po'... In città ho comprato pannolini e qualcosa da mangiare, mi sono fermata in diversi alberghi ed erano tutti pieni, con mia iniziale disperazione... Parcheggiata sul ciglio della strada, mi sono chiesta cosa fare? Un cartello è stato illuminato dal sole, catturando la mia attenzione.

Un albergo a pochi chilometri dalla città! Il mio corpo si è riempito di gioia, il cartello era piuttosto vecchio, ma forse c'era ancora qualcuno... Ho messo in moto l'auto dopo aver letto l'indirizzo descritto anche sul cartello... Prima di lasciare la città ho fermato l'auto vicino ad alcune persone e ho chiesto informazioni, mi hanno dato buone indicazioni e ho continuato per la mia strada...

A venti minuti dalla città, lontano dai territori dei licantropi, mi sono avvicinata a una villa piuttosto fatiscente! Chissà se è ancora in funzione? Ho seguito il vialetto di ciottoli fino a fermarmi davanti... Sono scesa dall'auto e ho ammirato i dintorni, un posto così bello, il prato davanti era vasto con erba verde tagliata con cura, qualcuno si prende ancora cura di questo posto.

Ho guardato avanti mentre la porta si apriva e ne usciva un'anziana signora con un sorriso gentile... I suoi capelli erano argentati e i suoi occhi quasi della stessa tonalità, che riflettevano quasi una scintilla mentre si avvicinava. Sono rimasta vicino all'auto e l'ho guardata avvicinarsi.

"Va tutto bene, cara? Posso aiutarla?", ha chiesto, avvicinandosi con un sorriso accogliente.

"Speravo di poter affittare una stanza? Se disponibile", ho risposto, ricambiando il sorriso.

Ho notato che il cartello con scritto "hotel" stava quasi per cadere... Eppure ha riportato lo sguardo su di esso e poi di nuovo su di me, prima che potesse parlare, gli occhi di mio figlio hanno brillato della stirpe di suo padre.

"Mio Dio! Una potente famiglia di licantropi che vuole soggiornare nel mio modesto hotel!", ha esclamato sorpresa.

"Oh! Non si preoccupi, siamo solo io e mio figlio..."

Ci siamo presentate e le ho raccontato un po' di quello che mi era successo, Valeria, che prima sembrava dolce, ora sembrava rattristata... Mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha fatto cenno di seguirla verso il suo albergo.

"Mia cara Evelyn, ho passato qualcosa di simile, vieni dentro, ti ospiterò io..."

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