“Evelyn Amaris”
Gli occhi di mio figlio brillarono di nuovo un paio di volte, confermando i sospetti di mia sorella prima ancora che potessi proferire parola.
“È stata solo una notte, Aisha!” riuscii a dire, con le lacrime che mi riempivano gli occhi.
“Tranquilla sorella, non sono qui per giudicarti… Ma perché non me lo hai detto prima?” chiese, offrendomi un sorriso gentile e rassicurante.
“Perché avevo paura, paura che nostro padre lo scoprisse, paura di quello che sarebbe potuto succedere… Aisha, promettimi che non dirai a nessuno chi è il padre di Miguel!” dissi, facendo un respiro profondo.
“Non lo dirò, sorella. Ma lui dovrebbe sapere di avere un figlio e accettare il suo ruolo di padre!” rispose, visibilmente agitata, perché i suoi occhi brillavano del colore della nostra stirpe.
“Aisha, cosa pensi che accadrebbe dopo… Nostro padre non lo accetterà mai nella nostra famiglia, a malapena sta accettando me così com’è, figuriamoci il padre di Miguel…” distolsi lo sguardo, provando dolore per mio padre e per mio figlio che cresceva senza il suo.
Mia madre tornò con un'espressione gioiosa, portandomi una zuppa con un misto di verdure e carne. Me la porse e poi prese in braccio Miguel per giocare con lui. Mia sorella mi guardò, e sapevo che aveva paura che gli occhi di mio figlio si illuminassero come avevano fatto prima. Lo ero anch'io, e speravo che non sarebbe successo…
Quando nasce un bambino tra due famiglie, i suoi occhi assumono la tonalità della stirpe più forte, ed è chiaro che quella di Varun ha prevalso… Non avrei mai voluto che succedesse niente di tutto questo. Sapevo chi fosse Varun, ma lui sembrava non avere idea di chi fossi fino a quel momento. Avrei potuto superare il limite ubriacandomi e andando a letto con lui, forse per dispetto nei confronti di mio padre. Ma una cosa la so: quando l'ho visto arrivare, sono rimasta completamente affascinata... Peccato, ora porto in grembo suo figlio e lui non ne sa nulla.
Mia madre sorrise come una nonna felice e mia sorella si unì a lei. Riuscii a sedermi e a osservarle mentre mangiavo pochissimo, sembrando una famiglia normale… Il sonno iniziò a sopraffarmi e Miguel si appisolò in grembo a mia madre. Sdraiata, lo mise accanto a me, ci diede un bacio sulla fronte a entrambi e andò a letto. Poco dopo, anche mia sorella andò a riposare.
Con il mio bambino che dormiva tra le mie braccia, pensai a come sarebbe stato se suo padre avesse saputo della sua esistenza… Fu così che mi addormentai, ma pochi minuti dopo Miguel iniziò a piangere. Mi alzai, gli cambiai il pannolino e mi sedetti di nuovo sul letto per allattarlo. A guardarlo mangiare, mi ricordava così tanto suo padre, non riuscivo a capire perché fosse così costantemente nei miei pensieri…
Dopo averlo allattato, feci fare il ruttino al mio bambino, poi mi alzai per aiutarlo a riaddormentarsi, e con lui, lo feci anche io… Fui svegliata da un forte rumore e dalla porta della camera da letto che si spalancò. Miguel dormiva ancora, ma la vista di mio padre trasformato in lupo mi fece venire i brividi lungo la schiena. Mia madre si fermò davanti al mio letto, proprio come mia sorella. Osservai Miguel muoversi ma non si svegliò.
“Arrow, fermati!” chiese mia madre con severità.
Gli occhi di mio padre brillarono più volte e potevo sentire i miei fare lo stesso: dopotutto, sono sempre il suo sangue. Dopo che fu in piedi in forma umana, non abbassai ancora la guardia.
“Fuori dalla mia casa!”
Mi ci volle un attimo per elaborare quello che aveva appena detto. Mia madre era disperata e mia sorella rimase, credo, altrettanto scioccata…
“Arrow, hai perso la testa! Evelyn ha appena avuto un bambino, tuo nipote!” disse mia madre tra le lacrime.
“Non desiderava concepire, quindi ora che è nato sotto il mio tetto, non verrà cresciuto qui… Prendete le vostre cose e andatevene da casa mia!” Il suo sguardo, assente e profondo, mi lasciò senza parole; non sapevo proprio dove andare.
“No, Evelyn non andrà da nessuna parte! Anche io sono sua madre.”
“E io sono sua sorella e la zia di Miguel.”
Prima che mio padre potesse uscire dalla stanza, mia madre e Aisha presero parola. Si fermò e rivolse loro la sua attenzione, serio e inflessibile. Disse:
“O se ne va da sola sotto il mio tetto! O ve ne andate tutte insieme… Ma lei non rimane a casa mia, quindi decidetevi.”
“Me ne vado io!” dissi con fermezza, alzandomi in piedi prima che mia madre o mia sorella potessero supplicare ulteriormente, rischiando il loro stesso benessere. Non sapendo dove andare, non potevo permettere che perdessero la casa per colpa mia.
Era meglio andarsene di mia spontanea volontà piuttosto che essere cacciata in modo ancora più duro come stava facendo da quando aveva scoperto della mia gravidanza… Mia madre mi abbracciò forte in lacrime, così come mia sorella, mentre mio padre lasciò la stanza senza dire una parola.
Mia madre mi implorò di non andarmene senza meta con mio figlio al seguito. Ma non potevo restare, creando loro problemi con l'alfa del branco, e non potevo rischiare che mio padre facesse di peggio o scoprisse il padre del mio bambino. Così, raccolsi le mie cose e presi tutto ciò che potevo per mio figlio, dandogli da mangiare mentre mia madre si rifiutava di lasciarmi andare. Portai le mie cose alla macchina, alcuni del branco mi guardarono andarmene, altri si unirono a me mentre uscivo con Miguel in braccio.
“Il padre di Evelyn”...
Sulla porta di casa, scoppiai a piangere mentre ringraziavo e abbracciavo Aisha e mia madre per tutto quello che avevano fatto… Ricevemmo ognuna un bacio sulla fronte da loro, dopo di che mi allontanai con la testa bassa, cercando di non vedere gli sguardi puntati su di me. Saliai in macchina in modo un po' goffo con mio figlio in braccio, e in lontananza, vidi mio padre arrampicarsi sulla montagna, il maestoso lupo alfa marrone che è. Le mie lacrime caddero sui vestiti del mio bambino; lo baciai sulla fronte e gli sussurrai che lo avrei sempre protetto.
Messa in moto la macchina, mi allontanai dal villaggio, intravedendo nello specchietto retrovisore mia madre e mia sorella avvolte l'una nelle braccia dell'altra, che piangevano mentre si allontanavano in lontananza…
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