Ep.15

Il silenzio al tavolo durò poco quando lasciarono sfuggire il motivo per cui il giorno dopo non ci sarebbero state lezioni, a quanto pare ogni anno in città si teneva una fiera, con diverse bancarelle di produttori locali e spettacoli di gruppi musicali dal vivo.

Da come si stava svolgendo la conversazione, domani sarebbe stato l'unico giorno in cui stare dentro il ranch non era un'opzione e non avrebbe nemmeno fatto valere la mia punizione, la presenza di tutta la famiglia era d'obbligo, sia per stare allo stand che per stare e divertirsi a questa fiera. Forse la mia faccia poco amichevole era più evidente del necessario, perché Juan mi diede una gomitata al tavolo con un grande sorriso stampato in faccia.

"Non preoccuparti, la fiera ti piacerà. San Angelo sa come organizzare feste fantastiche." Mio cugino sapeva quanto fosse bello stare a casa? Solo perché lo scorso fine settimana ero andata a una festa, non significava che volessi andarne a un'altra.

(...)

Il viale principale della città era decorato, in fondo era stato allestito un palco dove si sarebbero esibiti diversi cantanti, mentre altri avrebbero ballato e si sarebbero divertiti come se fosse una festa mondiale.

Come concordato con mia madre, sarei rimasta solo allo stand dove erano esposti le nostre zucche, i confetti al pistacchio e la specialità di zia Eva, la torta di mirtilli. Tutto ciò che si trovava nel nostro stand era in vendita e tutto il ricavato sarebbe stato devoluto in beneficenza.

Luke rimase allo stand con me fino all'arrivo della famiglia Foster, dopodiché scomparve e non potei fare a meno di notare che anche la figlia dello sceriffo fece lo stesso. Possibile che fosse questo il motivo per cui Cristal se la prendeva sempre con lui?

"Vorrei due fette di torta ai mirtilli." La voce di Phillip mi fece sobbalzare dai miei pensieri, dove devo confessare che ero abbastanza a mio agio. Senza dire molto, annuii e andai a prendere la torta. Sembrava irrequieto, ma non avevo intenzione di attaccare bottone con qualcuno che era stato così sgradevole.

"Ecco le fette di torta ai mirtilli, sono due dollari, si accomodi." Questa fu l'unica frase che uscì dalla mia bocca e a lui non sembrò piacere.

Poco più indietro, diretto verso di lui, c'era Diego con un'espressione poco amichevole. Mi guardai intorno a disagio, la mia memoria poteva anche rifiutarsi di ricordare tutti i dettagli della notte prima, ma il mio corpo ricordava, la sensazione di fuga, la paura e l'apprensione mi sopraffarono all'improvviso.

"Ehi, Foster! Non pensavo ti saresti fatto vedere." La voce di Diego era così ferma e poco amichevole che mi vennero i brividi lungo la schiena. Cercai di ignorare la loro presenza lì, dopotutto avevano deciso di parlare proprio davanti al banchetto.

"Sai che non si può rifiutare la famosa torta ai mirtilli di Evangeline Beauchamp." Rispose Phillip mentre prendeva i due piatti e si preparava ad andarsene, cosa di cui lo ringraziai internamente.

"Phil, parla con l'allenatore, fammi tornare in squadra... La grande partita di fine stagione si avvicina, amico, devo partecipare!" Improvvisamente il comportamento di Diego cambiò, stava implorando di essere riammesso in squadra? Phillip mi lanciò un'occhiata discreta prima di fare un respiro profondo e voltarsi verso Diego.

"Sai che non posso, hai infranto l'unica regola che l'allenatore aveva imposto. Hai aggredito una ragazza, è imperdonabile." Phillip pronunciò le parole con tale calma che notai lo sguardo furioso di Diego spostarsi su di me.

"Sei contenta, stranella? Se tua madre non avesse contattato l'allenatore, niente di tutto questo sarebbe successo. E poi è colpa tua, non dovevi intrometterti nel casino difendendo l'orfano di tuo cugino." Diego mi sputò le parole in faccia e in quel momento strinsi forte i pugni, non aspettandomi altro che il fatto che stessi impugnando la spatola con cui tagliavo le torte.

"Pensi davvero di poter offendere la mia famiglia e farla franca? Bene, ora saprai cosa vuol dire vivere all'inferno, perché questa ragazza strana trasformerà la tua vita in un inferno." Non so dove abbia trovato il coraggio o la forza di pronunciare quelle parole. Diego fece qualche passo indietro quando vide qualcosa dietro di me e, a giudicare dalla sua espressione, doveva trattarsi di mia madre o di mia nonna.

Phillip trattenne una risata, finché i suoi occhi non si posarono sulla mia mano ancora chiusa attorno alla lama della spatola, il suo sguardo ora mostrava preoccupazione.

"Benvenuto all'inferno, Beauchamp Diego." La voce di Juan alle mie spalle allentò un po' la tensione dei miei muscoli, almeno non era mia madre.

"Cosa aspetti, Foster? Metti al guinzaglio il tuo cane e portalo via da mia cugina." Juan fece due passi avanti fino a raggiungermi, sentii le sue dita incontrare la spatola nella mia mano mentre il mio braccio veniva sollevato con forza in segno di opposizione.

Il taglio era profondo e il sangue mi colava dalle dita, gocciolando sul pavimento. Juan sembrava visibilmente preoccupato mentre esaminava la mia ferita e poi guardava nella stessa direzione in cui si trovavano Diego e Phillip prima. La rabbia contenuta nel suo sguardo mostrava chiaramente che voleva spaccare la faccia a qualcuno e, anche se non c'era più nessuno, era come se potesse ancora vederli.

"Scusa, sono un po' goffa", dissi goffamente dopo aver sentito il bruciore del taglio.

"Devi solo controllare meglio le tue emozioni. Compierai diciassette anni tra poco, quindi quando ti arrabbi, sfogati... anche se questo significa dare un pugno in faccia a qualcuno", rispose Juan con calma mentre salutava Cristal con la mano.

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