Ma dall'altra parte del regno, un affascinante duca, o meglio, l'arciduca del re, iniziò a ricevere quotidianamente lettere da una fanciulla che non riconosceva.
Inizialmente, pensò si trattasse di un errore, uno scambio di indirizzi, ma ogni giorno, per mesi, ricevette queste lettere, le aprì e le lesse. Col passare del tempo, le parole della ragazza diventavano sempre più personali; condivideva tutto con lui: il suo cibo preferito, i vestiti nuovi, i fiori amati, le amicizie e persino i litigi con il padre. Alla fine, si trasformò in una routine; ogni giorno Thomas aspettava le lettere, a volte ne riceveva due o tre quando la ragazza si sentiva particolarmente ispirata o semplicemente perché era triste.
"La signorina è davvero sconcertante," disse Thomas dopo aver letto la lettera appena arrivata.
Ho cercato di localizzare l'autrice di queste lettere, di chiederle perché invia resoconti giornalieri della sua vita, ma il postino è molto discreto, non rivela mai l'indirizzo della signorina.
Mi appoggio allo schienale della poltrona e rifletto su di lei, chiedendomi se potrei conoscerla. Il mio sguardo è fisso sul grande giardino dietro casa mia, dove solo i gigli più belli decorano lo spazio. Ogni volta che ne trovo una varietà diversa, ne porto un rametto da piantare qui.
Non so perché ho circondato la mia casa di fiori a causa di una sconosciuta; non mi piacciono nemmeno i fiori, perché mi ricordano i funerali e le sepolture. Ma un giorno, mentre ero in un negozio locale, vidi delle bellissime piante di gigli e, prima che me ne rendessi conto, ne avevo comprati diversi e li avevo piantati nel cortile.
È ridicolo; non è che lei verrebbe mai a trovarmi, ma anche così, mi assicuro di annaffiarli, mantenendo questa routine ogni singolo giorno da tre mesi.
Vado nel mio ufficio e ci lavoro; pranzo e ceno senza uscire per nessun motivo. Sono passate le sette quando Irene bussa alla porta. Irene è la mia domestica, la governante.
"Avanti."
"Signore, mi scuso per il disturbo, ma è arrivata un'altra lettera."
"Un'altra?!"
"Sì."
Deve essere successo qualcosa...di solito non manda più di due lettere al giorno!
Prendo la lettera e mentre sto per aprirla, mi rendo conto che è ancora lì.
"Puoi andare, grazie."
"Sì, signore."
Lei si allontana e io apro la lettera.
"Caro, sono disperata! Mio padre pensa che tu non mi troverai! Mi ha detto di dimenticarti; stanno preparando una cerimonia di corteggiamento per me! Io non lo voglio, non ne ho bisogno! Non so cosa fare."
No...
Non posso permettere che la corteggino; devo aiutarla! Ma come posso quando non conosco nemmeno il suo nome? Non permetterò che la costringano a sposarsi; devo fare qualcosa.
Mi alzo dalla sedia, lasciando indietro tutti i compiti importanti, afferro la scatola dove conservo tutte le sue lettere e le passo al setaccio, rileggendole attentamente una per una, cercando un qualsiasi indizio.
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