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Edenlost - La Città Senza Confini - Vol. 1

Capitolo 1 - L'uragano

✨ Benvenuti a Edenlost – La città senza confini ✨

📖 Ti invito a scoprire il primo capitolo della seconda edizione del romanzo che ha già conquistato molti lettori dal 2020. Ogni una nuova pagina ti condurrà sempre più a fondo in questo mondo senza confini, tra misteri, emozioni e segreti da svelare.

📅 Questa pubblicazione è solo un assaggio di un viaggio più ampio che potrai vivere interamente su Amazon,

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🔮 Preparati a lasciarti catturare... la tua avventura sta per cominciare. 🚀

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Evelyn fissava il telefono, il respiro sempre più corto, il petto stretto da un'ansia che cresceva a ogni minuto. Leyla era uscita da ore e non aveva dato notizie. Lo schermo silenzioso amplificava il vuoto che le pesava dentro.

Fuori, il cielo si oscurava lentamente. Un vento gelido si alzava, e le prime nuvole cariche di pioggia si addensavano all'orizzonte. L'atmosfera in casa si faceva sempre più tesa, carica di un presagio inquietante.

Aveva pregato Leyla di restare, ma la figlia, testarda come sempre, aveva preso la bici e si era diretta verso la Riserva Naturale, il suo rifugio segreto.

Evelyn ricordava bene quel posto: una spiaggia profonda di sabbia dorata che separava la laguna dal mare aperto e, alle spalle, una pineta rigogliosa, rifugio silenzioso di animali selvatici. Un angolo di natura intatto, sospeso fuori dal tempo, dove tutto sembrava più semplice.

Lì Leyla amava perdersi, seguendo sentieri nascosti e rifugiandosi nei capanni per osservare gli uccelli.

Anni prima, Evelyn aveva lasciato la Francia, dove aveva vissuto con il marito, tragicamente scomparsa durante una missione di soccorso alpino pochi giorni dopo la nascita di Leyla. Dopo quella perdita, era rimasta sola con la figlia e sua madre in un piccolo appartamento pervaso dal profumo di lavanda.

La scomparsa della nonna di Leyla aveva poi rappresentato un colpo troppo duro, un vuoto che Evelyn non era riuscita a colmare. Così aveva deciso di ricominciare altrove, scegliendo l'Italia come nuova casa.

Malgrado tutto, Evelyn non aveva ceduto. Con i suoi cinquant'anni portati con grazia, un corpo snello e slanciato, lunghi capelli scuri e occhi neri profondi, era rimasto il pilastro saldo della vita di sua figlia.

Leyla, ora diciannovenne con una luce ribelle negli occhi, era una ragazza dal fascino semplice e naturale: alta, slanciata, con lunghi capelli castani intrecciati in una coda di cavallo che mettevano in risalto i suoi occhi marroni, intensi e magnetici. Dopo l'estate, le lentiggini punteggiavano il suo viso, donando freschezza alla pelle chiara.

Adesso Leyla pedalava veloce lungo la strada, allontanandosi dal fragore e dalla confusione della città, diretta verso la Riserva.

La pioggia non era ancora caduta, ma il cielo si era fatto cupo, e una corrente d'aria fredda annunciava l'imminente tempesta.

Leyla sentiva il cuore accelerare, un misto di esitazione e brivido per l'avventura.

Pedalava con gioia, il vento le scompigliava la coda di cavallo mentre la Riserva si apriva davanti a lei, offrendole la promessa di libertà.

Ma la libertà, a volte, ha un prezzo.

✦✧✦✧✦ 𝓛𝓮𝔂𝓵𝓪 ✧✦✧✦✧

🌧️ Lei è partita verso la tempesta, ma cosa la aspetta davvero oltre l'orizzonte?

Un viaggio che inizia con un battito di cuore e un vento che sussurra segreti.

👉 Scopri come Evelyn e Leyla si preparano a fronteggiare un destino incerto.

Non perdere il prossimo capitolo: ogni pagina ti avvicina a Edenlost, dove libertà e pericolo si intrecciano.

Continua a leggere e lasciati travolgere... la vera avventura è appena iniziata.

Capitolo 2 - La visione spezzata

⏳ Il silenzio si fa pesante. L'ansia cresce, il vento sussurra minacce. 

Evelyn sa che il tempo sta per spezzare l'equilibrio fragile tra speranza e paura. 💔

✨ Quel gesto potrebbe cambiare tutto... o non esserci più ritorno. ⚡

🔮 Sei pronto a scoprire cosa si nasconde dietro la tazza che vibra?

✦✧✦✧✦ 𝓛𝓮𝔂𝓵𝓪 ✧✦✧✦✧

L'orologio scandiva implacabile i minuti che erano trascorsi da quando la ragazza aveva varcato la soglia di casa, creando un'atmosfera carica di suspense. Preoccupata per la sicurezza di Leyla, Evelyn prese in mano il telefono, selezionò il suo numero, ma la chiamata finì direttamente alla segreteria.

Gli sferzanti venti che sbattevano la pioggia contro le imposte, portarono oscure e inquietanti parole alla mente di Evelyn.

"Avverto qualcosa di sinistro nell'aria", sussurrò a se stessa.

Nel tentativo di distogliere la mente, si concentrò a piegare i panni puliti, affondando il viso tra le stoffe per assorbire il profumo di lavanda. Ma anche quella piccola fuga non riuscivamo a placare l'agitazione che sentiva crescerle dentro.

Evelyn sperava con tutto il cuore che quel brutto presentimento fosse solo un'illusione della sua mente, ma sapeva bene che i suoi istinti raramente la ingannavano.

"Non posso più aspettare! Devo fare qualcosa, altrimenti impazzisco."

Scrutò freneticamente intorno alla cucina, alla ricerca disperata di qualcosa di utile.

"Sto perdendo tempo. Qui dentro non troverò nulla che mi condurrà a Leyla."

Prima di lasciare la stanza, il suo sguardo si posò sulla tazza variopinta, usata da sua figlia sin dal giorno in cui le era stata regalata dalla nonna.

"Questa sarà perfetta!" bisbigliò con il cuore colmo di speranza.

Evelyn possedeva un dono unico: la capacità di evocare visioni del passato, del presente e del futuro, focalizzandosi su qualcosa che appartenesse alla persona coinvolta. Usufruiva di questa abilità con discrezione e parsimonia, sempre con l'intento di aiutare coloro che si trovavano in difficoltà, mai per scopi futili.

Ma questa volta si trattava di soccorrere la persona a lei più cara, e l'inquietudine rendeva difficile anche ciò che normalmente faceva con naturalezza.

Con determinazione, vicino la tazza tra le mani giunte a forma di coppa, pronta a stabilire uno stato di profonda connessione con l'energia emanata dalla ceramica. Ma l'angoscia la travolse, oscurando il suo 'dono'.

"No! Non adesso!"

Con tutta la sua forza di volontà, cercò di elevarsi sopra le resistenze che la ostacolavano, riuscendo finalmente a placare il tumulto dei suoi pensieri. Quando il momento giunse, elevò la tazza verso il soffitto, facendo sprigionare dai palmi una luce intensa che la rendeva quasi eterea. L'oggetto iniziò a vibrare, prima lievemente, poi con una forza crescente, finché il grido di Evelyn squarciò il silenzio, invadendo ogni angolo dell'ambiente circostante.

"Mio Dio, nooo!"

Le lacrime annebbiarono la sua vista e il tremore del corpo si unì alle violente palpitazioni. La tazza le sfuggì dalle mani, cadendo in mille pezzi sul pavimento, rompendo il cerchio di incertezza e aprendo le porte a un destino ancora ignoto.

✦✧✦✧✦ 𝓛𝓮𝔂𝓵𝓪 ✧✦✧✦✧

🚪 Non fermarti ora. Ogni pagina ti avvicina a segreti più profondi, a tensione che mordono ea verità che nessuno vuole svelare. ⚡ Entra con Evelyn in un mondo dove ogni scelta può cambiare il destino. 🔥

📖 Prosegui la lettura e scopri cosa si nasconde davvero dietro quel silenzio.

Capitolo 3 - Fari nell'oscurità

🌧️ Il cielo si oscura, la pioggia batte incessante, e Leyla è sola, intrappolata in un incubo di luce accecante e ombre minacciose.

🚗 Un'auto si avvicina, fredda, implacabile... e non è lì per caso.

✦✧✦✧✦ 𝓛𝓮𝔂𝓵𝓪 ✧✦✧✦✧

Il cielo plumbeo, saturo di pioggia che cadeva incessante, aveva inghiottito ogni residuo di luce diurna, avvolgendo la strada in un'oscurità prematura e sinistra.

Dei fari in lontananza squarciavano quella cortina tenebrosa, puntando dritti verso lo sguardo di Leyla come occhi di predatore. Il muro di luce abbagliante che si ergeva di fronte a lei, fuso al riflesso viscido della pioggia sull'asfalto, la accecava, rendendo impossibile distinguere alcunché oltre il parafango della ruota anteriore.

Con il corpo irrigidito dal freddo e dalla tensione, avanzava tastoni, attenta a non perdere l'equilibrio sui traditori dislivelli dell'asfalto bagnato, finché non fu costretta a fermarsi, immobile sotto la pioggia battente, in attesa che l'auto liberasse la strada e sperando con un sussulto di ansia di poter riprendere presto il cammino verso casa.

"Meglio un raffreddore che finire stesa come un'idiota sull'asfalto!" pensato Leyla, le dita irrigidite attorno al manubrio.

Poi, la bocca le si spalancò quando anche il mezzo, con un sommesso lamento meccanico, rallentò fino a fermarsi a una ventina di metri da lei.

Leyla strizzò gli occhi, nel tentativo disperato di penetrare il bagliore accecante dei fari per distinguere la sagoma del veicolo e ciò che si celava dietro. Tuttavia, la pioggia battente, ora più intensa, e il buio denso sembravano cospirare contro di lei, sigillando il mondo in un raggio di pochi metri appena.

"Che cosa stanno facendo? Potrebbero almeno spegnere quei dannati fari!", brontolò mentalmente, sentendo un'onda di irritazione mista a un crescente disagio salirle lungo la schiena.

Si aggiustò sulla sella fradicia, cercando di proteggersi dal freddo tagliente che le penetrava nelle ossa e dalla pioggia che le sferzava il viso con una forza quasi crudele, lasciandole la pelle arrossata e bruciante.

Con l'arrivo del temporale, il buio calò denso e silenzioso. I lampioni solari si accesero in anticipo, proiettando una luce pallida e tremolante che danzava in modo spettrale sul terreno lucido. Quella fioca illuminazione, anziché rassicurare, creava un'atmosfera stranamente inquietante, come se il mondo intorno a Leyla si fosse trasformato in un luogo liminale, sospeso tra realtà e un incubo imminente.

A parte il sibilare del vento, che sembrava sussurrare presagi incomprensibili, e il costante, ossessivo tamburellare della pioggia sul k-way e sul terreno, un silenzio opprimente avvolgeva tutto. Nel raggio di un chilometro, non c'era traccia di anima viva, a parte Leyla, sola e intirizzita, e chiunque, o qualunque cosa, si nascondesse nell'opacità metallica di quell'auto misteriosa, immobile nella notte piovosa.

"Non potrebbero sbrigarsi e togliersi di mezzo?" sussurrò Leyla tra i denti, mentre il freddo le serrava il petto e le membra si facevano sempre più pesanti. Poteva percepire chiaramente un tremolio incessante e scuoterle la mandibola, come il ticchettio impazzito di un orologio sul punto di esplodere. Ma la cosa più terribile erano i brividi gelidi che le correvano lungo la schiena, come se una mano invisibile, carica di cattive intenzioni, le accarezzare la spina dorsale, scuotendo ogni fibra del suo corpo con un'intensità quasi ultraterrena.

Era il momento di decidere. Leyla non poteva più esitare.

Intirizzita, fradicia, con la rabbia che traboccava dentro di lei come un'onda trattenuta troppo a lungo, chiuse le dita rigide attorno al manubrio. Poi, dopo un respiro profondo, spinse sui pedali, decisa a tornare a casa.

Ma appena la bici si mosse, l'auto si svegliò con un rombo minaccioso di accelerare a vuoto, cambiando corsia e invadendo la carreggiata opposta, come a volerle sbarrare la strada.

Un nodo allo stomaco. Il cuore martellava, pronto a esplodere. "Ma sono pazzi?!" esclamò Leyla, la voce strozzata tra incredulità e terrore.

Il veicolo, lento ma preciso, avanzava come guidato da un'ombra. I fari la accecavano, occhi luminosi e ostili, negandole ogni dettaglio.

"Vogliono davvero investirmi?" pensò, mentre un brivido gelido le correva lungo la schiena. La mente faticava a dare un senso all'assurdo. L'agitazione cresceva, la rabbia si dissolse, lasciando solo terrore. Pensieri confusi le ronzavano nella testa, come un'eco sinistra.

Nessuna logica.

Solo l'istinto urlava: pericolo.

Leyla si voltò, gli occhi in cerca disperata di un volto amico, di una luce. Ma la strada era deserta, immersa in un silenzio irreale, mentre l'auto si stava ancora avvicinando, minacciosa come un predatore che pregusta la paura della preda.

Sentiva il tessuto fradicio del k-way incollarsi alla pelle, amplificando il gelo che la stava paralizzando. Poi, all'improvviso, il veicolo si fermò. Immobile. A pochi metri da lei. I fari, spietati, la colpivano come tenaglie luminose.

Un istinto primordiale le urlava dentro: Scappa!

Ma le gambe erano pesanti come piombo, inchiodate al suolo.

Con un cigolio sinistro, le portiere posteriori si aprirono. Due figure cupe emersero dall'ombra. Leyla non riuscì a distinguerne né il sesso, né il volto. Erano avvolte in lunghi impermeabili neri che frusciavano sinistramente sull'asfalto bagnato, come ombre viventi, e indossavano cappelli con visiere che nascondevano gli occhi e foulard che coprivano naso e bocca. Quelle presenze emanavano una fredda ostilità, e ogni loro movimento, lento e coordinato, sembrava vibrare di un'intenzione calcolata, come i pezzi di un macabro meccanismo.

Il cuore di Leyla iniziò a martellarle nel petto con una violenza sorda, un tamburo impazzito che le rimbombava nelle orecchie. Un sapore amaro di panico le invade la bocca. Mai, in tutta la sua vita, aveva percepito un pericolo così denso, così vicino da poterlo quasi toccare. Il freddo della pioggia si acuì sulla sua pelle, mentre un torpore strano le invadeva gli arti, contrastato dal febbrile lavoro del suo cervello in cerca di una via d'uscita.

Combattere? Scappare? Restare immobile, preda inerme?

Ogni opzione pulsava di un presagio terribile.

La tensione nell'aria era così palpabile che Leyla sentiva la sua pelle formicolare, come se una sottile scarica elettrica la stessa attraversando.

Il tamburellare della pioggia sulle foglie vicine sembrò svanire. Leyla era sospesa in un istante dilatato, il suono del proprio respiro unico segnale vitale, in bilico tra l'istinto che le urlava di fuggire e l'incertezza gelida di ciò che sarebbe accaduto al minimo movimento.

Le due figure si avvicinarono silenziosi, con passi appena udibili, come se la gravità non avesse presa su di loro.

Un'ondata di freddo strinse il petto di Leyla, gelando ogni fibra del suo corpo. La realtà, crudele e implacabile, le rubava il respiro.

"Che cosa volete?" riuscì a sussurrare con la voce roca e soffocata. Ma le figure non diedero segno di aver udito, continuarono ad avanzare, come automi insensibili.

E poi, improvvisamente, il fruscio del tessuto di uno degli impermeabili si fece più intenso. Uno degli energumeni alzò una mano, un gesto lento e inequivocabile. Leyla trattenne il respiro, il cuore bloccato in gola, il sapore metallico della paura sulla lingua, mentre il mondo umido e ostile intorno a lei sembrava cristallizzarsi.

✦✧✦✧✦ 𝓛𝓮𝔂𝓵𝓪 ✧✦✧✦✧

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