Nell'universo... Esistono tanti mondi. E tutti sono una cosa sola. Tranne un mondo... Quel Mondo è diviso in due parti.
Una parte. Abitata da umani. E dall'altra. Abitata da mostri.
Da più di 700 anni, gli umani e i mostri si sono fatti la guerra contro. Le più vittime erano i mostri, perché gli umani avevano pistole, fucili, missili, e le armi da fuoco più devastanti. Ma. Un mostro... Che venne classificato come un demone. Oppure uno Shinigami (Dio). Creò per i mostri per i mostri una speranza per vincere contro gli umani. Un Diadema. Inciso nella gola. Conteneva l'anima del mostro, come un cuore. Come TUTTI i mostri. E se quel diadema si dovesse rompere. L'anima del mostro lascia il corpo. Muorendo. potrebbero... togliergli un'arto importante del corpo. Tipo. Le braccia. Il petto. Traforargli lo stomaco. spararlo in testa oppure decapitarlo. Ma il mostro... NON. MORIRÀ. MAI. Se non si distrugge il diadema nella sua gola.
Il potente. Shinigami... chiamato come il Demone Ruden. Donò anche dei poteri ad alcuni mostri. Ed alle future generazioni. Del poteri. Alcuni bizzarri. Ma letali... E dopo questa grandissima evoluzione dei mostri. Ogni mostro che veniva con il tempo nelle future generazioni. gli veniva dato il cognome di Shinigamoto. Per lo Shinigami, Demone Ruden.
Si dice che ogni cosa che il Demone Ruden avrebbe voluto. Dei suoi desideri e dei suoi piani. Sono tutti quanti racchiusi in un libro proibito. Che a SOLO UNA PERSONA. E quella non è la protagonista della storia...
L'unica persona che ha quel libro sa parlare una lingua maledetta. Come una sorta di maledizione. Che se sia mostro. Oppure umano. Ascoltassero quella lingua. Si ritroveranno con una malattia incurabile.
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...~•∆•~L'INCUBO~•∆•~...
La mano sanguinata di una donna, che si allunga come se volesse toccare qualcosa mentre trema e dicendo con occhi imploranti e tutto il suo viso coperto di sangue e di terrore. "Scappa... Salvati..." La voce della donna era spezzata. Le fiamme e i militari che correvano. La donna disse facendo diventare i suoi occhi disperati "Salvati..."
E l'immagine di una bambina. Scioccata e senza fiato...
Si vede un'uomo ferito che stava combattendo contro dei soldati, l'uomo urla alla bambina "SCAPPA!" Poi venne sparato in fronte.
E un'uomo con i baffi sporgenti si vedeva sotto le ombre del fuoco, con una pistola in mano puntata in avanti, che usciva fumo dalla canna. E qualcosa che era aggrappato al suo fianco che lo stringeva forte.
La donna urla alzando la testa con le lacrime agli occhi. Si vedeva un diadema al collo. Che era pieno di crepe.
"SCAPPA!!! SHAM!!!" gridò la donna.
La bambina non disse e non fece niente. Era sconvolta mentre vedeva quelle due perone morire. Poi i suoi occhi lampeggiavano di un rosso ardente. Stringe i denti, facendo vedere le fauci da mostro mentre sua madre gridava il suo nome...
"!" Una ragazza di 18 si alzò di scatto dal letto, sedendosi con il volto in preda allo shock e sudava sulla fronte. Si guarda in torno e poi si guardò le mani. Sospirò. E disse "Era solo un sogno..."
Sham. La ragazza sul letto si guardò in torno e poi le mani. Sospirò. E disse "era solo un sogno." Si asciugò il seduto dalla fronte ed si alzò dal letto. Si tocca il diadema al collo mentre si guarda allo specchio.
I suoi capelli biondi, lunghi scendevano sulle sue spalle. I suoi occhi neri con delle crepe al centro che fissavano il suo riflesso. Le lentiggini nelle sue guance che davano un tocco di colore alla sua pelle bianca rosata.
Sì lavò i denti. Poi si bagnò il viso e si asciuga con un panno. si dirige verso il suo armadio, ma qualcosa catturò la sua attenzione prima di arrivarci. una foto di lei da bambina sul suo comodino insieme a due persone. Erano i suoi genitori. Le stesse persone del sogno.
la bambina. dagli occhi gioiosi che sorrideva tenendo le mani aperte verso il cielo. È Sham. La donna al suo fianco con i capelli uguali a quelli di Sham e la pelle bianca. Con una scarpa che gli avvolgeva il collo. Aveva una mano nella sua spalla con un sorriso aperto e amorevole, gli occhi chiusi verso l'alto.
l'uomo dall'altro fianco con i capelli corvini e la pelle bianca rosata. Che sorrideva dolcemente guardando Sham, con una mano appoggiata all'altra sua spalla. E l'altra mano nella spalla della moglie. Il suo volto che sorrideva dolcemente mentre guardava la bambina, i suoi occhi neri perlati che guardavo la figura infantile della figlia.
Sham dopo averla guardata un'altro momento. Si dirige verso l'armadio. Apre l'armadio e prende la sua maglietta bianca un po' insanguinata. La indossa. E poi indossa i suoi pantaloni con un calzone lungo e uno corto. Dove si vedeva la benda insanguinata nella caviglia destra. Mentre la gamba sinistra era tutta coperta. Mette le scarpe.
Ed esce dal suo appartamento in un vicolo.
Cammina lungo il vicino fino ad uscirne.
Le strade erano leggermente piene di mostri che parlavano, ridevano o camminavano mentre discutevano. Alcuni davanti ai bar. Altri a lavorare. Ed tutti avevano un po' di sangue sui vestiti. O non avevano un pezzo del corpo i del viso. Oppure avevano un'arma conficcata nel corpo. Ma sembravano tutti normali. Anche se erano più tosto impressionanti per il loro aspetto mal ridotto.
Sham, dopo aver camminato un po'. Entra in un bar vicino a delle fontane.
Quando Sham entra. Si sentono diversi mostri che ridono e che parlano.
E al balcone dove servivano. C'era un'uomo di cinquant'anni. Capelli rossi un po' rasati. Pelle bruna. Ha l'occhio destro blu. Mentre il sinistro è di vetro. Si chiama Moca. Ed è il propietario del Bar. Moca disse con un sorriso quando vede Sham "Ehi, Sham! Ti ho preparato la tua bevanda preferita!" mentre Sham si avvicina, Moca gli posiziona sul balcone un barattolo di carta verde un po' ricoperto di sangue con il tappo e la cannuccia. "sangue umano, fresco!" disse Moca con il suo sorriso. facendo vedere i denti neri e malconci. Sham si siede sù uno sgabello ed prese il bicchiere. "grazie, Moca." disse seria come sempre. Beve dalla cannuccia, succhiando il sangue da dentro il contenitore di carta. poi si stacca e disse a Moca "di che corpo è?". Moca ripose subito "Di una donna di venti anni che era depressa per colpa di un'incidente che gli fece perdere tutta la sua famiglia. Si tolse la vita affogando in un lago vicino alla sua città." disse un po' malinconico. Poi aggiunse facendo un sorriso "però abbiamo trovato il corpo prima noi. Ed era anche molto bella." disse con un sorriso e lo sguardo pensieroso. Sham beve un sorso del sangue e poi disse "sei sposato, Moca" Moca alza le mani "non ho detto niente." Poi Sham disse indicandolo con il dito mentre teneva la bevanda, con il suo sguardo serio. "Tu conosco da nove anni. E sei sempre lo stesso donnaiolo di merda." Moca ride genuinamente. Con la sua risata che si sente ovunque nel locale. "quando ero giovane ero un bravo donnaiolo. Tutte le donne mi amavano. finché non conoscei la mia Helai." poi fece un gesto teatrale con la mano sul petto dicendo con finta raffinatezza "mi lusinghi, cara." Sham alza gli occhi al cielo dicendo "sempre lo stesso svitato che si nasconde da dietro il sorriso." Moca ride di nuovo e poi disse "Andiamo! a te piaceva il mio carattere quando eri piccola." disse con un sorriso genuino. Sham sospirò "ero una bambina. Non capivo niente della vita. E sinceramente non mi aspettavo che facevo anche il donnaiolo con le umane." Moca sbuffa. "a me le umane non sono il mio tipo." poi Sham disse "anche perché se ti vedessero scapperebbero?" Moca ride "questa era buona!" poi Sham sospirò "ridi anche per niente." Moca si tranquillizzò e disse "Avanti. Sei sempre stata così fredda quando ai scoperto che tua madre era un mostro a 14 anni." e alzai le mani divaricandole "E che problema c'è ad amare un'umano anche se sei un mostro. Oppure se ami un mostro e se sei umano? Per i tuoi genitori ha funzionato perfettamente." l'espressione di Sham si fece severa "E guarda che fine hanno fatto. Sono morti entrambi per colpa degli umani. Lo stesso popolo di mio padre." Il sorriso di Moca sparì. Poi Moca sospirò. "Ahh... Cara Sham. Quando imparerai che il mondo è capace di perdonare anche noi mostri?" Sham prese la bevanda e disse severa. "Il mondo è capace di perdonare. Se non ci fosse l'esistenza degli umani ad rovinarlo." poi camminò verso l'uscita. Lasciando Moca da solo dritto il balcone.
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