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Melanie: Prigioniera Per Sempre

1

^^^“Preferisci ricordare ^^^

^^^ciò che ti fatto battere il cuore.” ^^^

^^^Cit.^^^

16 anni prima

«Dai spingi ancora. Sta per nascere questa bellissima bambina.»

«Hai deciso il suo nome?»

La donna che aveva messo al mondo un dono di Dio, iniziò a sentirsi male poco dopo a causa della perdita di troppo sangue. Quella donna era molto magra e anche se spesso si ammalava continuava a lavorare nei campi, per guadagnare del danaro per la sua famiglia. In quel periodo la

donna aveva rischiato di morire a causa di un cavallo inferocito. Si era spostata in tempo ma purtroppo andò a sbattere il ventre a un ramo spezzato di un albero crollato nei giorni precedenti.

Le sue cognate le avevano detto di rimanere a riposo a seguito di quell’evento ma lei, testarda, continuava a ripetere a sé stessa che né la bimba che portava in grembo e né lei si erano fatte del male.

«È nata, Margareth. È una bellissima fanciulla dai capelli color oro. Il nome della bimba Margareth.»

«Melanie.»

«Sei sicura. Perché proprio il nome di colei che ha osato fare tutto ciò.»

«È stata l’unica che mi ha raccontato perché Davide mi ha tradita.»

«Cioè. Anzi non me lo riferire. Posso immaginare. Mio fratello è sempre stato un ragazzo a cui piace avere rapporti con più donne.»

Margareth sapeva soltanto del tradimento del suo ragazzo, sapeva persino chi è stato a riferirle tutto ciò. Ma il dolore più grande per lei non fu sapere del tradimento, ma che tutto ciò fosse avvenuto durante la sua gravidanza.

Lei sapeva tutto tranne che la donna che le aveva riferito tutto, era colei che aveva convinto Davide ad abbandonare tutto ciò che lo circondasse diventando l’amante di

quest’ultimo.

Ma l’uomo aveva giurato solennemente di non abbandonare mai la sua amata e sua figlia.

«Tu sapevi tutto e non hai voluto riferirmi nulla.»

«Io l’ho fatto semplicemente perché avresti fatto qualcosa per uccidere quella creatura che ora hai tra le braccia.»

«Probabilmente avrei abortito ma ne avrei parlato con voi anche se è una decisione mia.»

A quell’epoca non c’erano i medici adatti per farti abortire. Ma c’erano quelle donne ignoranti che a modo loro uccidevano delle creaturine innocenti.

Margareth quando seppe la notizia del suo ragazzo iniziò a non mangiare e a urlare. L’avevano rinchiusa in casa per paura che uccidesse colui che l’aveva tradita.

Ma lei prese una decisione: far crescere sua figlia senza

far mai conoscere suo padre. Ma non capiva che la bambina poteva soffrirne.

Ma Margareth era convinta di dire alla bambina che il padre era morto di una malattia scoperta in ritardo.

Ma lei non sapeva che ormai il suo ragazzo sapeva tutto sulla loro bambina. La guardava quando la sua amata la cullava, l’allattava.

Ma il padre sapeva già tutta la sua vita. Desiderava molto averla tra le braccia ma non poteva. Anzi in quel momento ebbe l’idea di entrare e baciare la bimba.

Infatti così fece. Entrò dalla finestra e si recò nella stanza di sua figlia. Quando la vide per la prima volta rimase incantato. Stava per prenderla tra le sue braccia ma lo sbadigliare della sua amata lo fermò.

«Cosa ci fai qui?» disse con voce roca. Margareth rischiava di perdere la vita e solamente lui poteva curarla dal

male. La donna aveva una bronchite che all’epoca era incurabile e Davide, uomo colto e ricco le aprì la bocca e le fece deglutire lo sciroppo per poi abbracciare le donne della sua

vita.

Melanie aveva udito che il padre era vicino a lei così aprì gli occhi.

Il padre si avvicinò a lei e la prese in braccio per coccolarla.

Nel frattempo Margareth aveva visto tutti i movimenti del suo amato disse:

«Non te ne andare. Noi abbiamo bisogno di te.»

Davide si fermò di colpo, sì avvicinò alla culla della bimba per poi adagiarla con delicatezza. Successivamente l’uomo si avvicinò alla donna per poi baciarla con foga.

«Non vi abbondonerò più ve lo giuro. Melanie è bellissima come la madre. Siete le mie principesse.»

Ma poteva sapere Margareth se ciò che diceva era vero?

Poteva immaginare ciò che Davide aveva previsto per la loro bambina?

Quando il cervello non aiuta nei consigli, ascolta il cuore.

Il padre della fanciulla le ripeteva spesso durante la sua infanzia: “Vedrai figlia mia il tuo papà ti farà vivere una bellissima vita e sarai sposata con un bellissimo ragazzo

benestante.”

Ma cosa avrebbe potuto capire una bambina di cinque anni. Poteva solamente addomesticare i genitori che la viziavano un po’ troppo.

In quell’epoca quella famiglia era importante. Margareth e Davide erano principi che per divenire ancor più ricchi decisero che quando sarebbe nata la loro bimba si sarebbe

sposata con un principe di un’altra famiglia.

Ma a causa di Margareth che non volle rendere sua figlia infelice rifiutò la decisone del suo amato.

La famiglia interessata al matrimonio infuriata della decisione presa decise di rendere quella famiglia povera.

Questa volta però Davide non volle dire nulla alla sua amata del matrimonio della loro figlia.

Il ragazzo con cui si sarebbe sposata Melanie era un ricco principe a cui interessava soltanto procreare un figlio sano per farlo diventare dopo la sua morte successore al trono. Ma cosa poteva importare a un uomo colto e raffinato di una ragazzina viziata e grezza? La risposta è sola-

mente una ovvero il cognome che li rendeva importanti così lui sarebbe divenuto ancor più popolare.

L’idea che aveva sulle donne non era quella di trattarle bene, anzi al contrario cioè dovevano essere solamente semplici oggetti usati a scopo sessuale o per piacere di sfogo.

Ma tutto ciò la povera Melanie non lo sapeva.

16 anni dopo

Melanie, ormai era diventata una bellissima ragazza con occhi castani, capelli che le arrivavano al sedere e un bel fisico. L’unico aspetto negativo di lei era solamente il carattere. Lei non si faceva intimorire da coloro che potevano picchiarla ma nonostante la sua ignoranza non si faceva far mettere i piedi in testa da nessuno.

E questo atteggiamento le porterà molti problemi.

In quel momento Melanie portava una cassa di legno contenente il cibo raccolto momenti prima nei campi.

Nello stesso momento di fronte a lei si avvicinava colui che l’avrebbe sconvolto la vita: Stefan. Lui era il suo futuro marito.

Costui aveva un carattere particolare: amava rendere ridicole le donne di fronte a tutti. Così divertito nel vedere la ragazza affaticata la fece sbattere contro un palo facendole cadere tutto sul pavimento. Ma quel giorno aveva incontrato la persona sbagliata infatti Melanie gli gridò contro.

«A deficiente, ma vedi ’ndo vai e mettiti un paio d’occhiali in faccia se non ce vedi!»

Lui sconvolto ma anche irritato le si avvicinò vicino prendendole con forza il braccio le disse:

«Prova ripetere ciò che hai detto.»

«Ah, sei pure sordo. Comunque ripeto che sei un deficiente.»

E un altro schiaffo arrivò sulla povera guancia della ragazza che non contenta continuò:

«Sei pure un maniaco. Ma ’ndo vivi, nelle caverne?»

La ragazza non sapeva a cosa andava incontro ma nonostante tutto ebbe il coraggio di ridere.

Stefan era un ragazzo che odiava essere deriso così si voltò verso di lei e la alzò dal colletto della maglia facendole sbattere la testa più volte al muro.

La ragazza era abituata a certi comportamenti e soprattutto a ricevere colpi molto forti.

Il ragazzo rendendosi conto che la ragazza stava sanguinando la lasciò lì dolorante.

La tragica notizia non aveva ancora bussato alla porta dei giovani.

La ragazza così ne approfittò per gettare i frutti ormai ridotti in poltiglia e decise successivamente di recarsi nuovamente nei campi per raccogliere altro sperando però che questa volta avrebbe guadagnato qualcosa.

Il ragazzo invece ritornò nel suo castello. Sfogava la sua rabbia picchiando la servitù e qualora qualcuno si ribellava veniva o fatto marchiare sulla loro pelle il simbolo SL che stava a significare a chi dovevano ascoltare oppure venivano licenziati. Ma era molto che qualcuno venisse licenziato altrimenti non avrebbe più potuto sfogarsi con loro.

Il ragazzo in quel momento continuava a pensare a quella ragazzaccia che aveva osato insultarlo.

Ma lui era sicuro che non l’avrebbe mai più rivista.

Ma questo era vero?

2

^^^“Sei felice? Sei sicura? Non credo. ^^^

^^^Perché quando meno te lo aspetti ^^^

^^^le brutte notizie bussano alla tua porta.” ^^^

^^^Cit.^^^

Sono passati esattamente due giorni da quando i due giovani hanno avuto quello spiacevole incidente. La ragazza non aveva osato raccontare nulla ai genitori.

Il ragazzo era molto curioso di sapere chi fosse questa fanciulla da sposare. Attendeva la sera per recarsi alla casa dei suoi futuri suoceri. Lui cercava solamente di calmare i suoi “bollenti spiriti” e i suoi atteggiamenti troppo scorbutici. Ormai era abituato a tutto ciò. Il suo compito era solamente quello di tenere a bada la sua promessa sposa.

La ragazza invece pensava che finalmente quel cafone e rozzo di ragazzo che aveva accidentalmente incontrato morisse al più presto. Perché tanto odio? La risposta è

semplice cioè i lividi causati dalla botta ricevuta.

La frase che si ripeteva ogni volta che si guardava allo specchio era sempre la solita:

«Ma tu vedi ’sto brutto deficiente ciò che m’ha combinato.»

Non si dava pace. Si torturava tutta la giornata per non far vedere i segni violacei sul suo corpo. Ma era una situazione delicata e complicata. La ragazza indossava solamente una specie di maglia tagliata sul seno e sulla schiena. E se l’avesse vista sua madre cosa avrebbe fatto?

Però ora l’unica cosa che poteva fare era coprirsi maggiormente.

Avrebbe potuto immaginare il suo futuro da moglie o madre? Avrebbe mai conosciuto un ragazzo da poter amare?

Nel frattempo al piano inferiore i suoi genitori avevano già preso la loro decisione: la loro bambina si sarebbe sposata con il principe e, questa volta niente e nessuno poteva ostacolare il loro matrimonio e l’incoronazione?

Cosa avrebbero potuto dire alla loro figlia? Semplice. Lì vivrai una vita migliore. Sposati e procrea tanti bei bambini sani e belli perché loro sarebbero stati l’orgoglio della

sua famiglia.

Qualcuno bussò alla porta della loro casa e i signori Duval andarono ad aprire la porta sapendo già chi fosse.

La ragazza scese tranquillamente senza degnare costui di uno sguardo.

Margareth/Davide

Toc toc.

Andarono ad aprire senza problemi alla porta sapendo

che l’ospite era il principe.

Dopo che si era accomodato come se fosse casa sua ini-

ziò a parlare:

«Dov’è la ragazza? Voglio vederla.»

«Nostra figlia è andata a raccogliere i frutti nei campi.»

E subito dopo il ragazzo continuò a chiedere:

«Posso fidarmi? Non voglio una donna di strada come moglie.»

«Le possiamo assicurare che è vergine.»

«Bene. Sono molto ansioso di vedere questa bellezza.»

«Solo un’ultima cosa.»

«Mi dica signora. Non mi dica che è sterile.»

«No no certo che no. Solo che lei è un po’ volgare. Come posso dire… deve sempre dire l’ultima parola. Odia essere quella che perde in una discussione.»

«Oh pensavo di peggio. La solita ragazzina ribelle. Non si preoccupi, andremo molto d’accordo. Noterà che non appena mi vedrà sarà felice di sposarmi. Alla fine dei conti non le mancherà nulla. Voi avete il mio consenso per poterla vedere una volta alla settimana. Vi porteranno con la

carrozza e vi saranno portati degli abiti nuovi.»

Nel frattempo Melanie

La ragazza era molto contenta dei progressi che aveva fatto nelle ultime settimane. Quali? Non litigare con qualcuno o bestemmiare. Lei pensava che se continuava a comportarsi così un ragazzo non l’avrebbe mai conosciuto.

Ma non sapeva che i suoi genitori facevano allontanare tutti i ragazzi per non farle commettere qualche sciocchezza.

Aveva un bellissimo sorriso che però venne portato via a causa di un ragazzo che le aveva toccato il sedere e quindi la sua pazienza arrivò al limite e tutti i tentativi di non ur-

lare finirono al vento:

«A cretino permettiti de nuovo e la mano te la ritrovi staccata. Hai capito? A cretino.»

Non aveva più forze per restare lì quindi decise di tornare nel suo appartamentino.

«A ma’ so’ tornata.»

«Ecco principe, lei è nostra figlia Melanie. La scusi per il suo dialetto ma ormai è cresciuta così.»

«A ma chi è ’sto ospite?» disse sorridente poiché non aveva ancora visto il volto di questo ragazzo.

Il ragazzo si voltò e quando la vide rimase sconvolto e di conseguenza anche lei.

«A ma’, se è ’no scherzo te lo potevi risparmia’.»

«Vedi amore di mamma lui è il principe Stefan. Il tuo futuro marito.»

«Che stai a scherza’?»

«Amore di mamma no.»

«Ah, ah, ah, me fai ride. Divertente no?»

«No. È la verità.»

«Cosa?! A ma non pensa’ che me sposo co’ ’sto tipo, te lo

poi sogna’. E tu non dici niente?»

«Ehm…»

«No, mi scusi, lasci parlare me.»

«Allora non ce semo capite, se ne deve anna’.»

«Ecco cosa intendevo quando vuole avere l’ultima parola

su un argomento.»

«Non si preoccupi. Alla ragazzina serve un po’ di cultura e di eleganza. Vedrà entro una settimana le piacerà la vita che farà. Da pezzente a donna di stile.»

«A bello de mamma te lo poi scorda’ che vengo con te. Te stai fori.»

I genitori della ragazza si girano e per dimostrare che il principe si era innamorato veramente a lei, quando la fanciulla si voltò verso di lui, ne approfittò per baciarla bloccandole le mani. Poco dopo le sussurrò all’orecchio:

«Vedrai come ti farò stare zitta mocciosetta.»

Lei infuriata riuscì a liberarsi le mani riuscendo così a dargli una seria lezione di vita.

Così lui si avvicinò ulteriormente a lei:

«Vedrai che tra poco la situazione si rivolterà.»

E questa volta fu lui ad alzare le mani su di lei colpendolo alla guancia destra.

Lei così si arrese e si recò al piano superiore.

«Allora, le piace nostra figlia?»

Il ragazzo rispose senza problemi:

«È la ragazza ideale per me. Potrei andare al piano superiore per vedere a che punto è?»

«Certamente principe.»

Il ragazzo salì le scale per recarsi nella stanza della ragazza. Senza bussare entrò e la vide mentre si stava cambiando. Rimase a bocca aperta nel vedere il fisico della ragazza quindi per non farsi sentire da quest’ultima non fiatò. La ragazza guardandosi allo specchio disse:

«Ma tu vedi ’sto deficiente ciò che m’ha fatto.»

Mentre si rispecchiava si toccava il livido. Il ragazzo sbuffò mentalmente poiché pensava che fosse una sciocchezza ciò che in realtà non era.

La ragazza entrò nel bagno e il ragazzo ne approfittò per

sedersi sul letto della sua futura sposa.

La ragazza uscì dal bagno dopo mezz’ora e non si accorse che il principe la stava addomesticando. La prima cosa che fece fu quella di guardarsi allo specchio e toccarsi il viso. Nel frattempo il ragazzo si alzò e posò le sue mani sui fianchi di lei. La ragazza sussultò e lui le sussurrò all’orecchio: «Non vedo l’ora di averti nel mio letto.»

La ragazza a quel punto si innervosì tanto che tentò di dare un ceffone a quest’ultimo solo che lui le fermò le braccia facendole girare al contrario e le tappò la bocca per non farla urlare: «Risparmia il fiato, ti servirà quando saremo sul letto di casa.»

Girò la ragazza in modo tale che fosse di fronte a lei e la baciò con foga per poi perseguire sul collo. Quando il ragazzo stava per slacciare il telo che avvolgeva la ragazza lei alzò il ginocchio sinistro facendolo finire sul punto debole del ragazzo.

Lui le disse: «Potrai sfuggirmi ora, ma quando saremo al

castello vedrai come non sarai nemmeno in grado di cam-

minare.»

La ragazza rispose: «A don Giovanni ma va’ a quel paese va’. Te non me toccherai nemmeno quindi bello smamma.»

Un’ora dopo

I due finalmente dopo un’ora arrivarono al castello.

Il castello era abbastanza orribile esteriormente ma stupendo all’interno. Aveva più di quaranta stanze. La ragazza quando vide il castello fece una smorfia di disgusto.

«E che è ’sto schifo? Preferivo casa mia.»

«Sta’ zitta e cammina. Ti devo mostrare il castello quindi taci. E modera il linguaggio. Devi parlare italiano e non giarganese.»

«Ah la lingua mia è giargenese. A bello non te permette de insulta’ il mio dialetto, hai capito?»

Il ragazzo si chiese mentalmente perché aveva accettato di sposare quella ragazzaccia. Era tutto una ragazza rozza,

cafona. Indossava abiti orrendi e anche stracciati.

Nel momento in cui i due entrarono nella stanza da letto la ragazza rimase incantata.

«Ma tu vedi che bella casa…»

«Non avevi detto che era orribile?»

«E mo’ ho cambiato idea, non si può?»

Il ragazzo, stufo di ascoltarla, la prese dalle braccia e la fece sdraiare sul letto.

«Ora non potrai scappare via.»

3

«Ora non potrai scappare via.»

«Sì mo’ me molli. Voglio dormì. Non sono uno scroccone come te.»

Il ragazzo rise ma non mollò la ragazza.

«Noi due ora faremo una cosa molto bella.»

«Non me interessa. Voglio dormi’ c’ho sonno.»

Ma quando vide che non volle lasciare la presa la ragazza disse:

«E va beh a mali estremi, estremi rimedi.»

Alzò un ginocchio così velocemente che arrivò al naso del ragazzo.

«E te ricordo che non c’è bisogno che parli da uomo fifrì, tanto so che parli volgare.»

Stefan

È una radio accesa e ha la sfortuna che se ti avvicini alla presa rischi di morire.

Lei è la stessa e identica cosa. Non si stanca mai di parlare. Non so cosa realmente pensavo quando ho accettato quella stramaledetta offerta. Chi me lo ha fatto fare. Devo ancora organizzare la cerimonia dell’incoronazione. Ma non può seriamente recarsi lì conciata così.

Quando finisco di curarmi la ferita al naso torno in camera.

«Potresti stare un minuto in silenzio. Non chiedo troppo ma un misero minuto. Grazie.»

«Bla bla bla bla» inizia a strillare come una papera.

Mi metto le mani ai capelli. Non potrò resistere a lungo.

Scopro le lenzuola e quando tento di sdraiarmi la sento nuovamente parlare.

«Non penserai seriamente de mettete nel letto che sogni.»

«Ascolta io ho dormito in questo letto per diciotto lunghissimi anni quindi se non apprezzi la mia presenza, scendi dal letto e dormi sul pavimento.»

«Non me poi tratta’ così. Comunque preferisco dormì giù che sta co’ te.»

La afferrai prima che scendesse e le misi una mano al collo.

«Ora zitta e dormi sul letto con me e non fiatare altrimenti i tuoi cari genitori moriranno.»

Sapevo perfettamente che aveva a cuore i genitori perciò l’ho detto.

Così finalmente si addormentò sulla soglia del letto. Finalmente non riesco ad ascoltarla più di mezz’ora. Mi farà venire un’emicrania.

Il giorno seguente.

Melanie

«Sveglia.»

«Ma chi è ’sto deficiente che urla de mattina?» La domestica preoccupata della mia reazione spalancò gli occhi.

«A brutta deficiente se ti pigghio non immagini ciò che te combino.»

«Mi spiace signorina ma la volevo informare che la colazione è pronta. Le faccio strada in cucina.»

A malincuore mi alzai dal letto e la seguii. Finalmente siamo arrivate ma prima che se la svignasse la presi dai capelli e le tappai la bocca.

«Domani se te permetti de svegliamme così te li strappo sti fili d’erba fatti de cingomma.»

Quando entrai nella cucina vidi quel baccalà seduto.

«Buongiorno cara.»

«Buongiorno baccalà» sbuffo.

“Sbuffa, sbuffa che è solo l’inizio” penso.

«Fai colazione velocemente, ti devo mostrare qualcosa.»

«Allora annamo.»

Ci rechiamo nuovamente in camera e lui aprì l’armadio.

«Vedi questi indumenti? Li dovrai sostituire con queste pezze.»

«Te lo poi sogna’.»

«Vedremo.»

«Domestica, vieni immediatamente qui.»

«Mi dica principe.»

«Vede questa ragazza. La deve cambiare del tutto. Da ragazza di strada a regina.»

«Donna de strada io? Ao! Poi dice a me de non insulta’.»

«Non ti ho dato mica della puttana.»

Finalmente lasciò la stanza.

«A Giovanna d’Arco se me tagli mezza ciocca te spezzo le gambe.»

Mezz’ora dopo

«Ecco qui maestà. Ora può andare dal principe.»

«Con piacere.»

Uscii da quella camera e andai nel suo studio.

«Come sto?»

Stefan

Sento aprire la porta. Quante volte devo dirlo che devono bussare prima di entrare?

«Come sto?»

Il mio amichetto si è risvegliato stranamente.

Deglutisco mentre con la mano cerco di calmare i miei bollenti spiriti.

Cosa posso fare? O mi alzo e me la scopo qui nella palestra anche se sono sudato oppure la faccio cambiare.

«Mmh» non riuscivo a trovare le parole per descriverla.

Con il dito le indicai di avvicinarsi e così fece. Presi una sua mano e la posai sul mio rigonfiamento facendole capire l’effetto che mi procurava.

«Mi fai questo effetto.»

«Che schifo è questo che pensi di me. Bene. Ritornerò al mio aspetto di prima. E non me cerca’.»

Non riuscii a bloccarla.

Ma quanto poteva essere stupida. lo volevo farle capire che era stupenda, e lei se la prende con me. Non potevo crederci che volesse ritornare a essere quella sporca arrogante ragazzaccia. Forse ho sbagliato. Ma certo che ho sbagliato, lei non era abituata a ricevere questo tipo di “attenzione” da parte dei ragazzi. Insomma, chi oserebbe avvicinarsi a una ragazza del genere? Non posso negare che non sia bella, anzi l’opposto. Quando è entrata vestita in quel modo la volevo spogliare solamente con lo sguardo.

Non voglio immaginare ora come si sia vestita.

Esco dalla palestra e vado nella stanza matrimoniale, quando entro la vedo sdraiata sul letto con quegli straccetti.

«Ascolta, dovrò organizzare l’incoronazione e tu verrai

con me.»

«Ok.»

«Ok significa che non potrai venire vestita così.»

«Ok significa che se vuoi che venga lì verrò così.»

«No.»

Vengo interrotto dal cameriere che mi avvisa dell'arrivo di mio padre.

«Lavati, vestiti decentemente e scendi.»

«Scendo direttamente. Non è venuta la Madonna quindi…»

«Forse noi due parliamo lingue diverse. È venuto mio padre, ovvero il re, e tu non puoi scendere così.»

«A quanto sei cocciuto. Ho capito, me cambio.»

«E modera il linguaggio.»

«Sì certo maestà, principe dei miei stivali.»

«Smettila o te ne pentirai.»

«Uh che paura, guarda sto tremando.»

Scesi al piano inferiore esattamente nella sala dove riceviamo ospiti.

«Padre, madre.»

Jeremy: «Figliolo sono contento di vederti e soprattutto cederti il trono. A proposito dov’è questa fanciulla di cui mi hai parlato?»

«Parlavate de me?»

Oddio come si è vestita. Mio padre la guarda in modo perverso come se le volesse toglierle i vestiti dal corpo.

«Padre, ci siete?»

Cèline: «Caro, se volete veniamo un altro giorno a trovare questa ragazza.»

Jeremy: «No no. Perché rimandare? Siamo venuti e ne approfittiamo no?»

«Giusto.»

Cèline: «Come ti chiami cara?»

«Melanie.»

Jeremy: «Sei la figlia di Davide, giusto?»

«Esatto. Come fa a conoscerlo?»

Jeremy: «Ti ricordo che lui prima era principe e parlavamo spesso tra noi. Veniva spesso nel mio castello. E quando…»

«Va bene, va bene non c’è bisogno di raccontare tutto.»

Cèline: «Sei innamorata di mio figlio?»

“Sì ed io sono frate.”

«Ehm certo perché ’sta domanda?»

Sgranai gli occhi e girai il volto nella sua direzione.

Mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio:

«Allora mi dimostrerai il tuo amore dopo.»

Si girò verso di me e mi fulminò con lo sguardo.

Ridacchiai pensando a cosa le avrei fatto dopo.

Immagino lei che mi supplica di lasciarla.

Jeremy: «Bene noi andiamo. A presto figliolo, informaci

quando celebrare l’incoronazione.»

«Certo padre.»

Aspettai il momento in cui chiusero la porta per dirigermi verso Melanie con uno sguardo malizioso.

«Tornando al discorso di prima. Dimostrami il tuo amore.»

Melanie

«Tornando al discorso di prima. Dimostrami il tuo amore.»

Sorrisi a me stessa per poi alzare la mano destra per colpirlo ma fui bloccata dalla sua mano che fece girare il mio braccio al contrario.

«Ao, ma sei scemo?!»

«Te lo dico una volta sola. Smettila di usare queste mani o ti faccio rimpiangere di essere nata.»

Sentì la guancia bruciare e il braccio dolorante. Mi aveva appena schiaffeggiata… come aveva osato.

«Te lo avevo detto che sarebbe cambiata la situazione quando saremmo arrivati qui. E preparati perché questo è solo l’inizio di questo inferno. Prova a dire qualcosa a qualcuno e soffrirai il doppio.»

Il suo ginocchio era tra le mie gambe e più parlava e più spingeva. Mentre con la mano mi tirava i capelli.

Volevo piangere ma non gli avrei dato questa soddisfazione. Avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò facendomi rabbrividire:

«Non vedo l’ora di sentirti urlare il mio nome sotto le lenzuola.»

Finalmente si tolse da me.

Mi alzai in piedi e quando fece qualche passo avanti, misi il piede davanti alle sue gambe facendolo cadere.

Iniziai a ridere come una pazza.

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