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Legami - Solangelo FanFic

IMPORTANTE! LEGGERE!

Hey! Sono tornato (mi si era rotto il telefono).

Cmq... lo so che sto già scrivendo un'altra fanfic, ma mi è venuta l'ispirazione per un'altra storia e io AMO il mondo di Percy Jackson! ATTENZIONE: NON POSSIEDO NESSUNA DELLE IMMAGINI. LA STORIA L'HO INVENTATA IO, MA I PERSONAGGI LI HA CREATI RICK RIORDAN! Buona lettura!

P.S.: Se non hai letto Percy Jackson, ti consiglio di andare a dare un'occhiata ai libri. Inoltre, questa storia è ambientata DOPO lo svolgimento di Luce e Tenebra, quindi: ALLERTA SPOILER!

Pensieri e nuovi arrivi

La vita di un semidio figlio degli Dei greci non era mai semplice: fra mostri, arpie, combattimenti, Oracoli, profezie incomprensibili, morti, nuovi arrivi e i capricci degli Olimpi, la vita al Campo Mezzosangue era frenetica. Nico però, in fatto di traumi e sfiga, li batteva tutti: aveva perso la madre, Maria Di Angelo, all'età di 2/3 anni, per colpa di Zeus. Era rimasto intrappolato nel Casino Lotus per più di 70 anni senza mai invecchiare di un giorno, assieme alla sorella, Bianca Di Angelo, morta anche lei poco dopo quando il ragazzino aveva solo 12 anni. Era stato usato dal fantasma di Minosse, aveva vagato senza meta per il Labirinto di Dedalo. Aveva combattuto contro Crono, il signore dei Titani, contro Gea, la Madre Terra, era sceso nel Tartaro per ben 3 volte, aveva affrontato Nyx, una protodivinità potentissima e in tutto questo aveva perso molti compagni, tra cui il suo migliore amico, Jason Grace. C'era una luce, però, la sua vita fatta di oscurità: il suo ragazzo, Will, figlio del dio Apollo. Erano quasi 2 anni ormai che stavano insieme e Nico poteva affermare che avere al suo fianco quel giovane figlio del Sole fosse la cosa migliore che gli fosse mai capitata nella vita.

In questo momento il figlio di Ade si stava allenando nell'Arena da Combattimento, assieme a Percy Jackson che, durante le vacanze, tornava al Campo dalla New Rome's University per salutare i vecchi amici e dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Tecnicamente il figlio di Poseidone, dato che aveva oramai 18 anni, aveva smesso di vivere lì, poiché quando si entra nell'età adulta, se non sei morto o se non sei ancora stato mangiato, puoi vivere una vita abbastanza normale assieme al resto dei mortali, poiché i mostri smettono di assalirti così costantemente, visto che ora sei abbastanza potente da sconfiggerli con grande facilità. Percy e Annabeth, però, tornavano ogni anno: lui dava una mano a Chirone con gli allenamenti e gli addestramenti di combattimento con la spada e di controllo dei propri poteri, mentre lei aiutava i suoi fratelli nella realizzazione di nuovi edifici e la ristrutturazione delle Capanne. - Tutto qui quello che sai fare?! -, lo canzonò il figlio di Poseidone. Nico non fece una piega, ma accelerò, scartò di lato, si posizionò dietro all'avversario e tentò un affondo, ma Percy non si lasciò cogliere di sorpresa e si voltò, pronto a parare il colpo, ma proprio all'ultimo Nico bloccò la spada e deviò la lama, colpendo la mano del figlio di Poseidone e disarmandolo. I due rimasero i silenzio, poi sorrisero, mentre Percy raccoglieva la spada dicendo: - Ti sei allenato eh? Cavolo, quella mossa non me l'aspettavo proprio, sei diventato velocissimo! Oh beh, alla prossima ti sconfiggerò puoi starne certo! -. I due si avviarono verso la porta, ma nell'esatto istante in cui il figlio di Ade varcò la soglia dell'Arena, i CocoPops lo assalirono, facendolo crollare a terra. Percy scoppiò a ridere di gusto, mentre una voce che Nico conosceva più che bene disse: - Scusa Neeks! Ho provato a fermarli, ma quando Drew mi ha detto che eri qui loro si sono fiondati da te! -. Will si avvicinò e gli tese la mano e ancora una volta il tenebroso semidio non poté fare a meno di notare quanto fosse bello: i capelli biondi mossi dal vento, la pelle abbronzata come quella di un surfista californiano, il corpo muscoloso, gli occhi azzurri... Nico si ricordò del perché si era innamorato di William Solace, figlio di Apollo. Si tirò su e gli diede un fugace bacio sulla guancia, come a dire "Non importa". Proprio in quel momento, il suono della conchiglia li fece scattare sull'attenti e correre verso la Casa Grande. Quando arrivarono c'era già un bel gruppetto radunato: i figli di Afrodite, quelli di Apollo, quelli di Ares, quelli di Demetra... C'erano tutti tranne i figli di Ipno e quelli di Ermes, che stavano arrivando correndo a rotta di collo nel prato. Chirone si avvicinò ai mezzosangue e disse: - Figli degli Dei! Ho un annuncio da fare! -. Un brusio si sollevò dal gruppo, ma il centauro li zittì tutti: - Abbiamo un nuovo arrivo: lei è Kaya. - esclamò mentre, da dietro di lui, spuntò una ragazzina sui 13 anni, con i capelli neri, gli occhi a mandorla (uno rosso e uno nero), la pelle molto pallida.

Kaya Sumamoto

Nico fissò la nuova arrivata con curiosità: aveva corti capelli neri con alcune ciocche bianche, gli occhi eterocromici (uno rosso e uno nero), la pelle pallida, il viso un po' scarno, borse sotto gli occhi e graffi e tagli ovunque. Nonostante questo sorrideva timidamente, mentre i suoi occhi guizzavano di qua e di là cogliendo particolari e volti che la circondavano. Indossava vestiti che parevano parecchio trasandati: la sua maglietta nera con stampa della famosa cantante giapponese Ado e i suoi jeans cargo neri avevano sicuramente visto giorni migliori, mentre i suoi anfibi sembravano avere 20 anni o giù di lì, da quanto erano vecchi e logori. - Io sono Kaya Sumamoto, ho 13 anni, vengo dal Giappone e, come potete notare dal fatto che io sia qui, sono una semidea come voi. Non ho idea di chi sia il mio genitore o la mia genitrice divino/a, so solo che quando ero nel mio Paese sono stata attaccata da diversi mostri, durante il corso della mia vita. Sono scappata e ho incontrato questo satiro -, disse indicando un giovane mezzo capra di nome Thadeus che le stava accanto: - che mi ha portata qui, dicendo di aver riconosciuto il mio "odore". Io non ho la più pallida idea di cosa comporti il fatto di essere una mezzosangue, però sono pronta a scoprirlo. -, terminò poi. Chirone annuì soddisfatto della sua presentazione, poi esclamò: - Passiamo agli annunci meno importanti! Dato che non sappiamo ancora quanto possa essere pericoloso il Bosco di Dodona, la Caccia alla Bandiera è rimandata a data da destinarsi, in compenso, Il Duello ad Armi Incrociate si terrà tra circa tre ore nell'Arena e tutti potranno partecipare! -, poi si voltò, si rivolse gentilmente alla nuova arrivata e disse: - Naturalmente, Kaya, non avendo alcuna esperienza tu potrai osservare i combattimenti, poi cominceremo i tuoi addestramenti. -, - Ma io so combattere e ho già la mia arma! - contestò lei mostrando una graffetta che teneva nella mano destra: - So che sembra una normale graffetta, ma se la svolgo diventa un'arma. Me l'ha regalata mio padre l'ultima volta che mi ha vista, quando avevo circa 2 anni. Io non ricordo nulla, ma mia madre mi raccontò che lui le disse di darmela una volta raggiunti i 7 anni e di iniziare ad addestrarmi a quell'età. Mia madre era una bravissima insegnante di scherma con la katana e di moltissime altre discipline che comprendono la spada. Mi ha insegnato lei tutto quanto. -, spiegò lei. Il centauro la fissò un attimo sbigottito, poi si riscosse e disse: - Allora... hai il mio pieno consenso a prendere parte alla sfida. Prima però, Percy ti farà fare un giro del Campo. -, - Ma perché sempre io?!!! - esclamò esasperato il figlio di Poseidone, - Perché sei il più anziano e conosci meglio questi luoghi. -, insistette Chirone. Il ragazzo sbuffò, po si allontanò con Kaya, cercando di instaurare una conversazione con lei, che era abbastanza restia al chiacchierare con qualcuno.

I due tornarono dopo circa un'ora e mezza, proprio nel bel mezzo dei preparativi per il Duello. Tutti erano gasatissimi e fremevano d'impazienza, ansiosi di iniziare lo scontro. Tutti ovviamente tranne Nico, il quale era abbastanza tranquillo a riguardo, a differenza del suo ragazzo, che stava in tutti i modi cercando di confortare. Will non era un cattivo tiratore d'arco, anzi essendo figlio di Apollo ci sapeva fare con le frecce, inoltre, da quando prendeva lezioni di spada dal figlio di Ade, era decisamente migliorato con la lama. Ma a spaventarlo era il numero di feriti che avrebbe dovuto curare dopo gli incontri, visto che era il a capo dell'Infermeria. Alcuni ragazzi della Capanna di Efesto cercarono di convincere Kaya a lucidare e affilare la sua arma, ma lei rifiutò, preferendo invece osservare il tenebroso ragazzino, che nel frattempo aveva iniziato ad affilare la sua spada. - Di cosa è fatta? -, domandò incuriosita la ragazza, - Ferro Stigeo. -, rispose il ragazzo. I due non proferirono più parola, fino a quando, ad un certo punto, la conchiglia non risuonò nella baia di Long Island, annunciando l'inizio del Duello delle Armi Incrociate.

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